Ambiente. Martines (Pd): Mega acciaieria laguna, silenzio Fedriga-Bini
Due giorni fa FriuliSera, unica testata giornalistica, aveva segnalato il colpo di mano governativo sulla questione della mega acciaieria Metinvest-Danieli nella zona industriale dell’Aussa Corno in piena laguna di Marano e Grado , segnaliamo che il giorno dopo anche il Pd si è accorto della pericolosa deriva che sta assumendo la vicenda ed è stata pubblicata dall’agenzia di stampa Acon una dichiarazione del consigliere regionale Francesco Martines che parla di: “Totale silenzio del presidente Fedriga e dell’assessore Bini sulla scelta del Governo nazionale che, con una norma inserita nel Dl 104/2023 all’articolo 13 ‘Realizzazione di programmi d’investimento esteri di interesse strategico nazionale’, detta testualmente che il Consiglio dei ministri può dichiarare il preminente interesse strategico nazionale di programmi d’investimento esteri sul territorio italiano che richiedono per la loro realizzazione procedimenti amministrativi integrati coordinati di più enti territoriali, il cui valore complessivo supera il miliardo di euro”. Afferma Martines ancora Martines (Pd): “nonostante le pressioni dell’opinione pubblica e dai tanti sindaci contrari alla costruzione di una mega acciaieria nella zona industriale dell’Aussa Corno in piena laguna di Marano e Grado, il presidente Fedriga e l’assessore Bini, nel totale silenzio, potrebbero aver condiviso la scelta del Governo nazionale. Lo stesso articolo aggiunge che, a tal fine, è nominato un commissario straordinario di Governo, d’intesa con il presidente della Regione interessata. Pur trattandosi di una norma di carattere generale, non si fatica a capire che potrebbe essere scritta appositamente anche per l’eventuale realizzazione della mega acciaieria Metinvest-Danieli”. “Nutro molti dubbi – continua l’esponente dem – sul fatto che i vertici della Regione non siano a conoscenza dell’iter che ha portato a questa nuova normativa. Tutti i cittadini lo capiranno quando e sé al presidente Fedriga verrà richiesto di condividere l’eventuale scelta di un commissario straordinario per l’investimento in questione. Sarà quello il momento in cui Fedriga e la sua maggioranza dovranno rispondere non tanto all’investitore estero, e quindi a quello italiano, ma dovranno anche dare una risposta al territorio, ai comitati di cittadini, alle categorie economiche come Confcommercio, ai sindaci e ai loro elettori che in quell’area hanno dato grande soddisfazione in termini di consensi e che hanno dimostrato di non gradire questo tipo d’investimento”. “Si porti il tema al più presto in Consiglio regionale. Il presidente Bordin – continua Martines – ha ricevuto recentemente una delegazione per la consegna delle 25mila firme contro l’acciaieria: ne faccia un argomento della prossima seduta dell’Assemblea che presiede”. “Non si pensi di invocare la norma nazionale per deresponsabilizzarsi del problema, magari vendendo come un successo l’aver attirato investimenti esteri in regione. Non si dica ‘ha deciso Roma’, si approfitti di queste situazioni – continua l’intervento del rappresentante del Partito democratico – per dare valore alla tanto invocata nostra autonomia e si incida sulle decisioni governative, visto che a Roma e Trieste governano gli stessi partiti, opponendosi all’applicazione di tale norma al caso in questione, facendo valere gli elementi oggettivi che certificano l’assenza di sostenibilità ambientale e sociale di un tale mega impianto in quell’area”. “Il dubbio sorge anche perché l’assessore Bini, a una mia interrogazione a risposta immediata sul tema ‘Dichiarazione di sito d’interesse strategico nazionale’, ha confermato – spiega Martines – che la Giunta ha assunto una generalità dove si prevedeva di avanzare tale richiesta al Governo e che la stessa avrebbe potuto aver seguito solo dopo il vaglio degli studi e pareri richiesti a università ed esperti. Questa nuova norma di carattere generale potrebbe addirittura permettere di bypassare la citata richiesta da parte della Regione. Ritengo che, in ogni caso, la stessa non potrà chiamarsi fuori da tale partita, perché non si possono svendere gli interessi pubblici e il futuro di un territorio, deresponsabilizzandosi e lasciando i pieni poteri a un commissario straordinario scelto dal Governo nazionale”. “Le attuali condizioni della laguna di Grado e Marano, i suoi vincoli di carattere ambientale e di salvaguardia dell’habitat dicono chiaramente – conclude Martines – che un tale impianto sconvolgerebbe l’ecosistema. Inoltre, si aggiungono tutti i problemi legati al turismo e alle attività ittiche che verrebbero penalizzate in maniera mortale. Ci si convinca che si può fare Pil e creare nuovi posti di lavoro investendo più risorse in questi ultimi settori dell’economia”.