De Monte afferma di non essere un “no Vax” e che si è prenotato senza però dire per quando. Intanto anche Renzo Tondo dichiara di non aver voluto la “fiala”
Mentre prosegue l’ondata di sdegno nella pubblica opinione e in quella scientifica sulle notizie relative alla sanità regionale, fra mancate vaccinazioni e incarichi pilotati, è già iniziato il progressivo e temiamo inesorabile silenziamento della vicenda De Monte/Tonutti/ Riccardi. Già sopita nelle notizie in generale, mentre i gemelli siamesi dell’editoria Fvg MV e Piccolo, praticano, in attesa di poter smettere di parlarne, la pratica delicata della oggettività della notizia. Dire le cose rendendole più asettiche possibile e possibilmente compensandone le contraddizioni. Operazione scarsamente praticabile in questo caso nel quale la solita teoria del sentire le due campane non solo è pericolosa, se non altro perchè la querelle maggiore è proprio nata dal fatto che una delle campane sentita giorni fa era decisamente stonata. Intanto comunque irrompe la notizia che anche l’ex presidente del Fvg Renzo Tondo oggi parlamentare di Autonomia Responsabile, ha annunciato di non essere vaccinato: “Preferisco rifletterci ancora un pò” ha dichiarato al quotidiano il Piccolo che sempre nella logica delle “due campane” voleva compensare la quasi unanime condanna del duo Tonutti/ De Monte con una voce favorevole ai due e perchè no, all’assessore Riccardi. Così Tondo pur esprimendo apprezzamento per l’operazione (a detta di molti spericolata) di sospendere un concorso in atto per collocare Amato De Monte, non si è limitato a spiegare di essere d’accordo con Riccardi ma ha aggiunto che “la scelta di De Monte alla Sores è di altissimo profilo. E, conoscendo la professionalità del dg Arcs Tonutti, non ho dubbi che la procedura sia stata regolare. Positivo aver fatto ricorso alla grande capacità della sanità regionale». Pesa ovviamente nel giudizio di Renzo Tondo la sua amicizia con De Monte nata all’epoca della vicenda Eluana Englaro. Un giudizio personale che possiamo capire, ma poi anche questa campana ha stonato, quando riferendosi alla non vaccinazione di De Monte ha aggiunto: «Lo capisco, nemmeno io mi sono vaccinato. Preferisco rifletterci ancora un po’».
Intanto però De Monte, secondo quanto riporta il Tgr Rai ha reagito rilanciando la palla sugli spalti, per utilizzare un paragone calcistico. In una nota parla di “umilianti ingerenze sul mio attuale stato di non vaccinato” e lancia la sua accusa: “Ai medici prestati alla politica, ricordo che prima di somministrare una cura, vaccini inclusi, è necessario valutare stato clinico e terapie in atto” afferma De Monte, che respinge così l’etichetta di “no vax” che gli è stata attribuita. “Non ritengo opportuno rendere pubbliche le mie condizioni di salute, reputo di avere le conoscenze per valutare tempi e modi compatibili con le mie cronicità per accedere alla vaccinazione”. Non spetta chiaramente a noi, che siamo giornalisti questa valutazione, quello che possiamo dire è che la vaccinazione è consigliata maggiormente ai malati cronici e ai fragili con rarissime eccezioni. La posizione di De Monte quindi appare deboluccia anche in considerazione del fatto di aver annunciato di essersi prenotato senza per altro dire per quando, particolare non certo indifferente, dato che il 2021 è ancora lungo. Azzardiamo delle ipotesi, o il suo stato di salute è cambiato in meglio e di questo saremmo felici, visto che i vaccini disponibili sono sempre gli stessi, o la scelta era più emotiva che scientifica, comprensibile per una persona qualunque, non certo per un medico e per di più dirigente con incarichi apicali.