Anche Udine scende in piazza nell’ambito della manifestazione nazionale a favore della pace

Sabato 24 febbraio, l’ANPI Provinciale di Udine, accogliendo l’invito di Europe for Peace – Rete Pace e Disarmo di promuovere una giornata di mobilitazione nelle città italiane per il cessate il fuoco in Palestina e in Ucraina, per fermare la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la distruzione del pianeta, propone anche nel capoluogo friulano una manifestazione pubblica per le vie del centro storico. Il corteo partirà alle ore 15.30, dal Monumento alla Resistenza di piazzale XXVI Luglio e raggiugerà piazza Matteotti, dove si terranno gli interventi di vari partecipanti. Tra le numerose associazioni e personalità che saranno presenti alla manifestazione, ci sarà anche il Collettivo di fabbrica GKN, la struttura creata nel 2017 dai lavoratori dello stabilimento della multinazionale britannica a Campi Bisenzio per portare avanti la lotta contro la chiusura definitiva della fabbrica e il licenziamento di tutto il personale. L’iniziativa è aperta a tutta la cittadinanza.

L’APPELLO PER LA PACE

Abbiamo il compito di costruire insieme una società globale pacifica, nonviolenta, responsabile, per consegnare alle future generazioni un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto.

Non ci sarà giustizia sociale e climatica, lavoro dignitoso e piena democrazia in un mondo in guerra, che usa le risorse per la morte e non per la vita, nel quale la giustizia, il diritto internazionale e umanitario vengono calpestati nell’impunità dei colpevoli.

La guerra non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine.

Chiediamo nuovamente a movimenti, reti, associazioni, sindacati, parrocchie, comitati locali, di mobilitarsi insieme nelle piazze italiane, per ribadire il NO a tutte le guerre e il NO al riarmo, per costruire un mondo di pace, di sicurezza e di benessere per tutte e per tutti, per chiedere alle istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della pace, impegnandosi per:

• la messa al bando delle armi nucleari

• la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per una difesa civile e nonviolenta

• la riconversione dell’industria bellica, che sta traendo immensi profitti dalle guerre e dai conflitti armati

• l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza

• la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, la fine dell’assedio e dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione palestinese

• il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania

• la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, per porre fine all’illegale occupazione russa e per costruire le condizioni di libertà, democrazia, convivenza e di sicurezza comune per l’Europa intera

• il riconoscimento del diritto di asilo e la protezione a dissidenti, obiettori di coscienza, renitenti, disertori, profughi, difensori dei diritti umani, giornalisti, attivisti sociali e sindacalisti vittime della repressione politica in ogni contesto e nazione

• il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani nei contesti di violenza strutturale (Afghanistan, Myanmar, Nagorno Karabakh, Iran…)

• lo stanziamento dello 0,7% del PIL a favore della cooperazione allo sviluppo

• la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, per ricostruire convivenza e sicurezza nelle regioni martoriate da guerre in Medio Oriente e in Africa, che coinvolgono milioni di persone che vengono uccise, espulse dalle proprie case, impoverite, costrette alle migrazioni forzate