Ancora iniziative sulle condizioni dei detenuti nel carcere udinese di Via Spalato
Nuova nota del Garante dei detenuti del Comune di Udine. Si legge: “dopo la Conferenza di sabato 19 ottobre scorso con Franco Corleone, sono andato in visita nella 1° sezione del Carcere di Udine con i Consiglieri regionali Manuela Celotti e Furio Honsell.
La consigliera Celotti, preso atto delle contestazioni che avevamo esposto e constatato il grave stato di fatiscenza della sezione, ha presentato in regione un’interrogazione a risposta immediata per la quale attendiamo che si esprima il Presidente Fedriga e/o l’Assessore Riccardi
Un ruolo fondamentale in questa nostra iniziativa è dato da tutti noi attraverso la sottoscrizione della richiesta al Prap e al Distretto Sanitario per l’ immediata chiusura della Sezione I nella casa Circondariale di Udine e la sua ristrutturazione che ha raggiunto ad oggi già
124 adesioni
link per sottoscrivere l’appello indirizzato al PRAP
Purtroppo l’amministrazione sanitaria non ha ancora dato risposta alla nostra richiesta e anche per questo Franco Corleone ha espresso nella lettera “Via Spalato: Chiudere la sezione del Piano Terra, subito” qui allegata il suo pensiero e annunciato un digiuno.
Il seminario annuale che si svolgerà tra pochi giorni diventa così di grandissima importanza e ancor più importante è che ci sia una forte partecipazione di tutti noi.
Quindi incontriamoci al seminario
“Udine Controcorrente: Una rivoluzione Gentile”
in Sala Ajace a Udine
il 7 novembre
dalle ore 9.00 alle ore 13.30 e dalle ore 14.30 alle 19.00 circa
ISCRIVITI QUI per confermare la partecipazione al seminario
e tutti insieme faremo poi la
Marcia silenziosa e non violenta dal Duomo al Carcere
il 21 dicembre 2024
Via Spalato: Chiudere la sezione del Piano Terra, subito
La nuova battaglia di scopo lanciata nella conferenza stampa il 19 ottobre con la richiesta di risanare una sezione del carcere che non risponde ai criteri minimi di igiene e salubrità sta prendendo consistenza.
Andrea Sandra ha inviato una lettera con la descrizione delle condizioni inaccettabili al Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e alla Direzione del Distretto della Asl: muffa e umidità sono presenti in un luogo chiuso, scopertura dei fili elettrici, mancanza dei tubi di scarico dei lavandini. La presenza dei detenuti più problematici e dei nuovi giunti rende esplosiva e ingovernabile la situazione. Si tratta di cinquanta prigionieri da liberare.
La dr.ssa Santoro ha risposto in maniera interlocutoria, condividendo l’urgenza di un intervento già programmato ma presentando la difficoltà di una collocazione dei detenuti a causa del sovraffollamento imponente e suggerendo una soluzione tampone.
Il rischio è che una operazione di maquillage si risolva in una operazione di facciata con sperpero di denaro, perché il lavoro indispensabile è di eliminare la risalita dell’umidità dal pavimento. Siamo fiduciosi che i tecnici del Provveditorato predisporranno rapidamente un progetto per il rifacimento della sezione in modo che non vi sia una patente contraddizione tra i lavori di ristrutturazione del carcere e un luogo fatiscente.
La realtà della prima denuncia è stata confermata dalla visita effettuata venerdì 25 dalla consigliera regionale Celotti e dal consigliere Honsell.
Risulta davvero stravagante e inaccettabile che la dr.ssa Panzera non abbia risposto alla sollecitazione del garante e al mio Appello “Non rassegnarsi alla catastrofe”.
Non si tratta solo della mancanza di rispetto istituzionale, ma di un fatto politico. L’assessore Riccardi ha compiuto una visita al carcere, ma questo atto di sensibilità compiuto per annunciare l’inizio del lavoro di una psicologa, deve comportare un impegno per la risoluzione di tutti i nodi dell’assistenza sanitaria che è responsabilità del Servizio sanitario pubblico della Regione. Il diritto alla salute è definito dall’art. 32 della Costituzione come fondamentale e in carcere è essenziale per la vita delle persone private della libertà.
È indispensabile il ridisegno del servizio di infermeria con la copertura medica e infermieristica nelle 24 ore e non rinviabile la predisposizione di spazi e strutture per la detenzione terapeutica per i soggetti con gravi patologie, anche per i soggetti con problemi di disturbi del comportamento e di salute mentale in modo che la magistratura di sorveglianza possa concedere misure alternative.
La Asl deve compiere una ispezione e deve dichiarare ufficialmente se la struttura è agibile e rispondente alle norme igienico sanitarie di un servizio pubblica.
Già 124 donne e uomini hanno sottoscritto l’iniziativa del garante, dando la dimostrazione che esiste una comunità ricca di sensibilità.
Io ho deciso di iniziare da domani un digiuno per sollecitare le decisioni opportune in modo che il 7 novembre al Seminario “Udine controcorrente. Una rivoluzione gentile” si possa presentare un orizzonte di cambiamento completo.
Collettivamente si è deciso di indire una marcia silenziosa e nonviolenta dal Duomo al carcere il 21 dicembre per festeggiare la conclusione dei lavori del Polo culturale, didattico e di laboratorio e della nuova Biblioteca e per unire tutta la città. Per quella data ci auguriamo che i lavori di ripristino della Sezione del Piano Terreno siano iniziati.
La crisi del carcere è pesante. La scommessa è dare un senso e una speranza a un mondo di emarginazione, povertà e disperazione. La società civile deve essere protagonista del reinserimento sociale dei condannati, rifiutando lo stigma senza fine.