Annunciata la “nuova” giunta della Fedrigaland. Governatorato fantasioso come l’isola che non c’è, dove le cure e il welfare saranno per pochi rigorosamente “taliani”
Squadra vincente non si cambia e, quindi, Massimiliano Fedriga che le elezioni dello scorso 7 aprile le ha vinte, ha confermato otto assessori su dieci. Unica novità rilevante, determinata dalle alchimie partitiche sulle percentuali, Mario Anzil che diventa vicepresidente o se preferite vicegovernatore come ormai si sono autoproclamati a destra fin dalla scorsa legislatura. Ma se li chiamiamo così, chiameremo il Friuli Venezia Giulia “Fedrigaland”, perchè vice-governatore, così come governatore, sono cariche inesistenti e se loro amano farsi chiamare così, noi chiameremo la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in maniera altrettanto mendace. Ma diatriba sui nomi delle cariche a parte, nel riempimento delle caselle assessorili sono state rispettate le previsioni della vigilia. L’esecutivo Fedriga bis vede confermati otto assessori della precedente legislatura, così come le loro deleghe e ovviamente le politiche. Stesse facce stesse razze (politiche si intende) perché contrariamente alla maggioranza che regge nazionalmente il governo Meloni, dove le differenze fra le forze politiche ci sono e si vedono nei litigi continui nella maggioranza, in Fedrigaland le sigle dei partiti sono completamente piallate, acefale, sono solo funzionali alla suddivisione delle poltrone, tanto che le novità, targate Fratelli d’Italia, sono state relative non alle politiche ma agli spazi rimasti vuoti. Così Cristina Amirante, ora in giunta comunale a Pordenone, diventa assessora alle Infrastrutture e il già citato Mario Anzil, già sindaco di Rivignano Teor, ottiene Cultura e Sport e diventa vicepresidente della Regione. Come è noto la carica apparteneva a Riccardo Riccardi, rimasto in quota Forza Italia su Sanità e Protezione Civile, che è il reale vincitore della situazione. Perché, pur lasciando la vicepresidenza, a lui, al quale piace vincere facile, era talmente certo del mantenimento delle sue caselle più importanti, tanto da non aver avuto neppure la necessità (e decenza) di candidarsi. E’ bastato infatti dichiarare di essere una risorsa a disposizione della reg… pardon della Fedrigaland, per ottenere il mantenimento delle due situazioni che ritiene essere i sui feudi personali: la delega alla protezione civile e soprattutto l’assessorato alla salute che gli consentirà di finire il lavoro di demolizione della sanità pubblica. Un lavoro sporco che piace alla destra da sempre impegnata a favorire quella pletora di soliti noti che speculano sulla salute e vita delle persone, come il caso Novartis ci insegna. Un capolavoro degno di un Richelieu dei giorni nostri. Alla minoranza quindi l’arduo compito di costruire una opposizione degna di questo nome, partendo da una analisi seria della sconfitta, figlia di molti fattori ma sul quale uno è predominante, l’incapacità di comunicare il lavoro svolto in Consiglio in maniera non casuale e non personalistica e soprattutto legare i temi d’opposizione al territorio, alla gente che non puoi chiamare solo alla decisione estrema delle urne parlandogli nelle poche settimane di campagna elettorale. Ma è un lavoro certosino di propaganda positiva e informazione. Ma questo è un discorso complesso che speriamo possa trovare spazio appena i singoli avranno riadattato i personali deretani sulle poltroncine faticosamente ottenute o riottenute.
Fabio Folisi