Appalto mense ospedali: restano molti dubbi sulla qualità del cibo destinato ai malati
Undici anni consecutivi di rinnovi per l’appalto delle mense ospedaliere. Già questo fatto, da solo, dovrebbe sollevare qualche interrogativo, o no? A dirlo è il cnsiglireregionale Walter Zalukar che aggiunge: “come se non bastasse, da uno studio dell’Università di Trieste è emerso che il cibo somministrato era privo di sufficienti principi nutritivi e antiossidanti oltre che non particolarmente buono. Superata abbondantemente la soglia di decenza per l’utilizzo del danaro pubblico e dopo la presentazione di diverse mozioni del Consigliere M5s Ussai e del sottoscritto la Giunta decide di andare nuovamente a gara”. “Ma ecco che arriva un’ulteriore proroga di sei mesi al vecchio aggiudicatario, chiosa Zalukar, sono i tempi tecnici per chiudere la procedura di selezione, dicono dall’ARCS, sarà. Intanto, però l’andazzo continua e a farne le spese i pazienti degli ospedali che, lo ricordiamo, sono anche contribuenti e pertanto il boccone da mandar giù è doppiamente indigesto: vuoi per la qualità del cibo, vuoi per l’uso discutibile delle loro tasse. Sembra, poi, che l’ARCS abbia privilegiato una soluzione incentrata principalmente sul sistema “cook&chill”, proprio quello che non aveva garantito gli standard qualitativi migliori. Nella mia mozione, prosegue il consigliere del gruppo misto, avevo invece proposto che la Giunta prendesse in considerazione la realizzazione di un’analisi costo-utilità di un sistema di ristorazione “insource” (mense ospedaliere) con modalità di preparazione fresco-caldo (cibo preparato espresso) e approvvigionamento a filiera corta (maggior ruolo ai produttori del territorio). Oltre che un miglioramento della qualità, ciò avrebbe avuto buone ricadute occupazionali di natura stabile e altresì messo in moto un circuito economico locale di non poco conto. Mi sembra di intuire che gli interessi in gioco sono altri, ma forse è solo “pensar male”, ma a volte ci s’azzecca”.