Quirinale by Fvg: Storie di galli, foche e green pass fantasma

Era ovvio che le tensioni sul Quirinale si propagassero anche nella “periferia dell’impero” soprattutto dopo la discesa in campo di Silvio Berlusconi che come piccolo tsunami voleva spazzare il campo mettendo il carro davanti ai buoi, ma che probabilmente finirà per essere spazzato. Ma in periferia le dinamiche sono diverse e si bada più all’apparenza che al sodo, l’importante che arrivino le giuste patenti di fedeltà, con il rischio però che le piroette salviniane che, a momenti alterni, è per Berlusconi o meno, finiscan o per farti puntare sul cavallo sbagliato. Così già innervosito per il fatto di non essere il “grande elettore” con il numero più alto di voti, il Presidente della Giunta Massimiliano Fedriga ha cercato, come gallo nel pollaio, di recuperare cantando per primo le lodi berlusconiane, mentre nei palazzi triestini scoppiava il caso Zanin, il “grande Elettore” arrivato primo nella conta ma che non essendo, almeno fino a ieri, vaccinato, non avrebbe potuto votare a Roma e forse neppure accedere all’aula del Consiglio Regionale. Comunque nella giornata di ieri, a rovinare la “festa” a Fedriga, era stato il membro della commissione Paritetica Stato-Fvg Salvatore Spitaleri che, in una dichiarazione, aveva bollato come, inopportuno che Fedriga insistesse sul “Cavaliere”. “E’ deprecabile, aveva detto Spitaleri, che la scelta della più alta magistratura dello Stato sia utilizzata strumentalmente per tenere insieme una parte politica. Ancor più inopportuno che il presidente della Conferenza della Regioni italiane non colga questo aspetto e insista sulla candidatura di Silvio Berlusconi, non per l’interesse del Paese ma per quello del centrodestra. Sono tutti consapevoli che si tratta di una candidatura che amplifica le contrapposizioni e non ha futuro, lo è anche Salvini che si prepara alternative. In ogni caso non è così che ci si approccia al voto del Presidente della Repubblica”. “Riprendendo l’appello del 18 gennaio 1919 di Sturzo – aveva aggiunto Spitaleri – questo è il momento delle donne e degli uomini ’liberi e forti’. Liberi perché motivati solo dall’interesse nazionale, forti perché in grado di superare i piccoli e grandi egoismi. Durante i primi mesi della pandemia, si ripeteva che ‘andrà tutto bene’: questo potrà accadere solo se inizieremo a fare scelte condivise, come l’esperienza del Governo Draghi sta tracciando”. Commento certamente piccato ma non certo fuori tema. Commento al quale non ha risposta Fedriga, che alla battaglia preferisce mandare anti gli “ascari”, ma uno dei suoi assessori tramite l’agenzia regionale Arc. A parlare Pierpaolo Roberti assessore regionale alle Autonomie locali: “Il presidente Fedriga è stato indicato come ‘grande elettore’ dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e il suo compito è quello di sostenere con il proprio voto la candidatura della persona che reputa più idonea a ricoprire l’incarico di Capo dello Stato. Una scelta compiuta nell’interesse dei cittadini italiani e in particolare del Friuli Venezia Giulia, che rappresenta nel proprio ruolo istituzionale e nel pieno rispetto della Costituzione”. Fin qui una dichiarazione “istituzionale” ma che poi è stata seguita dall’affondo piuttosto, una sorta di bacchettata scomposta in pieno di stile da parte di chi pensa evidentemente che una carica politica di maggioranza equivalga automaticamente al potere assoluto e ad imporre bavagli. Roberti ha infatti sottolineato che “è perlomeno inopportuno che un componente della Commissione paritetica Stato-Regione, il cui ruolo è tutelare gli interessi del Friuli Venezia Giulia, sfrutti il proprio incarico istituzionale per lanciare attacchi politici. Si tratta di un comportamento che appartiene a un solo componente della Commissione, il quale pare non aver compreso la differenza tra ricoprire un incarico istituzionale nel quale si rappresentano la Regione e tutti i suoi cittadini e il ruolo di portavoce di un partito politico. Una differenza che è invece ben chiara agli altri membri della Commissione, che giustamente non si sono mai espressi su vicende squisitamente politiche, concentrandosi invece sul proprio lavoro per la nostra comunità”. Altrettanto piccata e “zoologicamente” ironica la risposta di Spitaleri secondo cui sui membri della Paritetica Roberti ha memoria selettiva e soprattutto non ha capito il ruolo della minoranza. “La clava dell’assessore Roberti rischia di andare fuori bersaglio e non è la prima volta. Spiega in una nota Spitaleri, anche la memoria è piuttosto selettiva: basta ricordare le dichiarazioni della componente della paritetica on. Savino dello scorso 14 gennaio. Quindi, è lecito se si esprime un componente della paritetica e segretaria di partito politico della maggioranza regionale, se invece lo fanno altri, è scandalo. L’assessore Roberti non ha ancora compreso quale è il ruolo di un componente della Paritetica, eletto dalla minoranza del Consiglio regionale. Di sicuro non è quello di applaudire sul modello delle foche ammaestrate alle prese di posizioni politiche del presidente della Regione. Quando l’assessore Roberti avrà addebiti sullo svolgimento delle funzioni di componente della Paritetica potrà fondatamente lamentarsi. Altrimenti, è consigliabile si astenga”.