Associazione Orme ribelli: Domenica camminata a Tarnova per “aprire spiragli di resistenza”

L’esperienza collettiva di Orme Ribelli è nata più di un anno fa. In questi mesi tra camminate e parole, incontri e passi abbiamo scoperto la potenza e l’efficacia dello strumento del cammino inteso come mezzo per attraversare e dare voce a territori e lotte. Si apre così la presentazione di un evento che si svolgerà  domenica prossima  12 febbraio con una camminata a Trnovo/Tarnova, in Slovenia, poco lontano da Gorizia. Allo stesso tempo, si legge ancora nella nota, è emerso chiaramente lo sforzo necessario per realizzare ogni iniziativa, la complessità del costruire legami ed alleanze con le realtà attive di luogo in luogo. Pensiamo che la cura nelle preparazione delle camminate e nello stringere nuove complicità sia fondamentale in questa pratica. Ciò richiede tempo ed energie, cosa che ci ha spinto ad essere meno attive pianificare con calma le prossime uscite. Ora Orme Ribelli riparte, in un momento dove provare ad aprire spiragli di resistenza e coltivare immaginari ribelli è più necessario che mai. La prima occasione per riallacciare gli scarponi sarà appunto domenica prossima con la camminata a Trnovo/Tarnova, in Slovenia, poco lontano da Gorizia. “A due giorni dalle celebrazioni nostalgiche, quando non apertamente fasciste, in occasione del Giorno del Ricordo, annunciano polemicamente Orme ribelli, noi celebreremo la schiacciante vittoria con cui i partigiani sloveni – congiuntamente a forze italiane e con la partecipazione anche di combattenti azeri – hanno schiantato le forze collaborazioniste naziste della Decima MAS nella battaglia di Tarnova nel gennaio del 1945. Fu in seguito a quella disfatta che la Flottiglia – distintasi al tempo stesso per crudeltà ed inettitudine – venne allontanata dalla zona. I nostalgici nazifascisti ben ricordano quella batosta tanto che ogni anno vengono a Gorizia a frignare per quei manigoldi caduti quasi ottanta anni fa. Si distinse in particolar modo nella lotta la Brigata partigiana “Srečko Kosovel”. Del poeta sloveno leggeremo in italiano e sloveno alcune sue poesie con attitudine punk. Questo luogo ci permetterà anche di ascoltare dalla viva voce degli attivisti la narrazione delle lotte ambientali che nella sottostante valle dell’Isonzo vengono portate avanti dal gruppo Eko Anhovo in dolina Soče contro il cementificio che deturpa e inquina fin da quando venne aperto dal governo fascista negli anni ’20 del secolo scorso”. “Nei prossimi mesi, annunciano, attraverseremo la regione Alto Adriatica affrontando il tema delle servitù e delle esercitazioni militari, del revisionismo storico e di progetti impattanti e devastanti a livello ambientale come quello della SIOT. Lo faremo come al solito, fianco a fianco zaino in spalla”.

Appuntamento Domenica 12 febbraio alle ore 9:30.

RITROVO : Trnovo presso lo Spominski park IX. korpus https://goo.gl/maps/p2QA6hfD6Hd5SZrh9
DURATA : 2 ore e mezza di passeggiata più gli interventi. Rientro previsto per le 15
Pranzo al sacco
In caso di maltempo o neve sul percorso la passeggiata verrà rinviata alla settimana successiva

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Battaglia di Tarnova secondo  Wikipedia.

La battaglia di Tarnova consistette di una serie di scontri avvenuti tra il 19 e il 21 gennaio 1945 a Tarnova della Selva, allora in provincia di Gorizia, oggi in Slovenia, fra la Xª MAS della Repubblica Sociale Italiana, appoggiata dalle forze di polizia tedesche (Ordnungspolizei), e l’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia. Lo scontro si accese col tentativo delle forze partigiane di assaltare il presidio fascista repubblicano a Tarnova della Selva (costituito dal battaglione della Divisione Xª MAS “Fulmine” e un nucleo genieri del “Freccia”); furono i comandanti della Xª MAS a voler attestarsi a Tarnova, nonostante il parere contrario dei militari italiani e tedeschi che ritenevano inutile e pericolosa la posizione in quella zona. Il presidio fu soccorso da truppe provenienti da Gorizia che riuscirono a consentire ai superstiti di rompere l’accerchiamento. Ciò comportò, tuttavia, l’abbandono della posizione, posta sulla strada che conduce alla valle del Vipacco. Complessivamente i reparti tedeschi e italiani coinvolti superarono il migliaio di effettivi, su cinque battaglioni e altri reparti minori, mentre quelli del IX Korpus facevano parte di sei diverse brigate, comprese quelle partigiane garibaldine italiane.

Lo scontro ha assunto, nella memorialistica neofascista, il ruolo di una battaglia a protezione della città di Gorizia, che alcuni mesi dopo fu comunque occupata dall’Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia.