Autonomia: Spitaleri (Pd), in Fvg c’è arretramento istituzionale: “Premierato e regionalismo differenziato sono ircocervo”
“Il dibattito sull’autonomia differenziata, o meglio su un graduale processo di devoluzione di alcune funzioni dello Stato centrale al sistema delle autonomie territoriali, è inficiato da vizi originari delle forze di maggioranza. La Lega in particolare paga lo scotto di anni di insulti all’unità nazionale e perfino alla bandiera, così come accade per i centralisti Fratelli d’Italia che continuano a mostrarsi freddi rispetto alla Costituzione antifascista. Se alla base di una riforma ci sono contraddizioni insanabili, ne viene fuori un ircocervo segnato dalla potenziale incompatibilità funzionale tra due opzioni: premierato e regionalismo differenziato. Sono due riforme che si muovono in parallelo sostenute da opposte ispirazioni, non c’è una visione unitaria e coerente. La riforma che si discute ora non giova al sistema Stato-regioni-autonomie locali, ma acuisce conflitti, allarga i divari, configura lo spostamento da un centralismo statale a un centralismo regionale”. Il componente della commissione Paritetica Stato-Regione Salvatore Spitaleri (Pd) interviene sul ddl in discussione al Senato per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario, replicando al coordinatore regionale Fvg della Lega Marco Dreosto.
“Per quanto riguarda poi il Friuli Venezia Giulia – continua Spitaleri – dobbiamo purtroppo registrare un grave arretramento istituzionale e politico rispetto al pieno esercizio dell’autonomia speciale. Dovrebbe essere prudente chi vanta di essere modello e promette che le cose andranno ancora meglio. Proprio negli anni della Lega ‘autonomista’ gli ‘inchini’ a Roma sono stati la norma e modesto l’esercizio delle prerogative regionali. Si pensi al sostanziale abbandono di ogni politica euroregionale, al mancato recepimento di una disciplina regionale in tema di appalti pubblici a valenza locale, fino alla ventilata riconsegna della sanità regionale al sistema statuale”.
Per l’esponente dem “prima di entusiasmarsi per futuri orizzonti di gloria c’è da fare bene le cose a casa nostra utilizzando pienamente tutto il ventaglio delle opportunità che essere una Regione a statuto speciale comporta. Se poi, nel sistema riformato, ci saranno cose buone – conclude – lo vedremo”.