“Avvertimento” del ministro Salvini alla «Mare Jonio». Direttiva alle forze di polizia e ai capi di Marina e Guardia costiera, che non dipendono dal Viminale, di «vigilare»
La direttiva porta la data di ieri 15 aprile ed è firmata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini,che prosegue la sua guerra personale contro le Ong e che continua ad invadere le competenze di altri dicasteri come se lui fosse il premier e non solo un “vice” che dovrebbe rappresentate, sondaggi a parte, una forza di minoranza nel governo. Nella direttiva si danno indicazioni alle forze di polizia e ai capi di Marina e Guardia costiera, che dovrebbero però dipendere dai ministeri delle infrastrutture e della Difesa, di «vigilare» affinché il comandante e la proprietà della «Mare Jonio» – la nave della piattaforma Mediterranea Saving Humans salpata domenica scorsa da Marsala – «non reiterino condotte in contrasto con la vigente normativa nazionale ed internazionale in materia di soccorso in mare, di immigrazione, nonché con le istruzioni di coordinamento delle competenti autorità».
Secondo la direttiva, «gli interventi da parte di imbarcazioni private in determinate e circoscritte aree di mare, che si risolvono nel preventivato ed intenzionale trasporto dei migranti verso le coste europee» incentivano «gli attraversamenti via mare di cittadini stranieri non in regola con il permesso del soggiorno» e ne favoriscono «obiettivamente l’ingresso illegale sul territorio nazionale». Inoltre, questa attività «accresce il pericolo di situazioni di rischio per la vita umana in mare e determina la violazione delle norme nazionali ed europee in materia di sorveglianza delle frontiere marittime e di contrasto all’immigrazione illegale». A ciò si aggiungano, si legge sempre nella direttiva, «i rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica».
Nella direttiva firmata da Salvini si intima dunque alla Mare Jonio di attenersi «alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati per la citata attività», e di rispettare «le prerogative di coordinamento delle Autorità straniere legittimamente titolate ai sensi della vigente normativa internazionale al coordinamento delle operazioni di soccorso in mare elle proprie acque di responsabilità dichiarate e non contestate dai paesi costieri limitrofi».