Avviato al Ministero della salute tavolo di lavoro su diagnostica negli studi dei medici di medicina generale
Diagnostica negli studi dei medici di famiglia: si è insediato a Roma al Ministero della Salute il Tavolo di lavoro, per definire l’utilizzo di 235 milioni di euro a valere sulla legge di Bilancio del 2020 per la fornitura delle attrezzature di diagnostica di primo livello ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta. Il Tavolo avrà il compito di definire le modalità operative.
Plauso anche da parte di FIMMG Friuli Venezia Giulia (Federazione italiana medici di medicina generale – maggiore sindacato del settore che in regione conta più di 300 iscritti) tramite il suo segretario regionale dottor Fernando Agrusti: “Un passaggio fondamentale per stimolare dove assente e sviluppare dove attiva, a livello regionale, l’attività di presa in carico dei pazienti cronici, prevista peraltro dal Piano Nazionale della Cronicità del 2016 e più volte recepita negli Accordi Collettivi Nazionali vigenti. Qui in Friuli Venezia Giulia abbiamo già iniziato a svolgere dei primi passi a livello di singoli ambulatori tramite iniziative autonome di medici di medicina generale, ma vorremmo essere dotati in maniera sistemica di strumenti quali a esempio elettrocardiografi, spirometri, ecografi per evitare di spostare dal proprio paese i pazienti fragili o semplicemente anziani. Con la telemedicina si potrebbe poi monitorare nel tempo i pazienti che necessitano di particolare attenzione per poter intervenire tempestivamente in caso di necessità. Nei territori dove questi progetti sono stati sperimentati, la riduzione degli accessi in pronto soccorso o di ricoveri ospedalieri è stata confortante. Inoltre eseguire queste prestazioni per pazienti cronici nei nostri ambulatori contribuirebbe a ridurre le liste d’attesa negli ospedali”.
Fa eco il segretario generale nazionale FIMMG Silvestro Scotti: “Il lavoro che si prospetta risulta complesso e articolato. La nostra volontà comunque è quella di arrivare a una sintesi operativa, che consenta alle regioni di attivare il percorso definito dal Decreto, facilitando le negoziazioni in atto per la definizione degli Accordi Integrativi Regionali previsti dall”Accordo Collettivo Nazionale appena sottoscritto. Il criterio di autonoma organizzazione rappresenta un elemento fondamentale per noi medici di medicina generale liberi professionisti convenzionati e verrà sempre sostenuto anche su questo tavolo”.