Banda ultra larga in FVG: Anci FVG chiede chiarezza per il futuro delle zone grigie
Trasformazione digitale dei territori, crescita della competitività delle aziende e dei professionisti della regione, nuovi servizi alle famiglie, come ad esempio la rivoluzione in quelli sanitari: tutto ciò passa attraverso la fibra ottica che entra direttamente nelle case (FTTH), nelle aziende e negli studi professionali. È questa l’infrastruttura che può garantire una connessione ad altissima capacità e quindi l’eccellenza delle prestazioni e dei servizi e che presto sarà operativa nella città di Udine e a Gemona.
L’esecutivo regionale di Anci ha incontrato Alberto Sperandio, regional manager di Open Fiber per Trentino e FVG, e l’architetto De Luca, consulente della società per la città di Udine. Open Fiber è l’azienda partecipata da Casa depositi e prestiti e da Enel che sta realizzando una nuova rete interamente in fibra ottica (FTTH) in Friuli Venezia Giulia.
Open Fiber ha spiegato che a Udine e a Gemona (aree “nere”, con mercato appetibile) la società sta operando direttamente. Hanno dato anche ai sindaci la buona notizia che nelle aree “bianche”, nei comuni montani e periferici che hanno sottoscritto la convenzione con Infratel, la progettazione esecutiva ed i cantieri sono a buon punto.
In queste realtà la fibra verrà arriverà in un pozzetto stradale ad una distanza massima di quaranta metri dalle abitazioni, con l’obbligo di raggiungere le stesse a richiesta degli interessati. Il salto di qualità nella connettività in fibra avverrà quindi ad opera di Open Fiber nelle aree “nere”, le più fortunate, e in quelle “bianche”, le più svantaggiate.
Le altre aree attualmente servite con fibra, salvo eccezioni, sono connesse con modalità FTTC, cioè con la fibra che arriva fino agli armadietti telefonici stradali e da lì la rete raggiunge le abitazioni con il doppino in rame del telefono con una capacità di trasporto dati decisamente basse, 100 MEGAbit/s rispetto ai GIGAbit/s dell’infrastruttura realizzata da Open Fiber.
La sorpresa negativa arriva invece dalle aree “grigie”, da qui la grande preoccupazione dei sindaci. Si tratta di porzioni di territorio in cui non è stato dichiarato il fallimento di mercato, situazione questa che prevedrebbe l’automatico intervento di Open Fiber. Qui i tradizionali operatori si sono riservati di valutare se e quando realizzare la rete in fibra. “Uno stallo paradossale che – secondo il presidente dell’Anci Mario Pezzetta – genera incertezza e sconforto nei cittadini e negli imprenditori” .
Il problema sollevato da Anci, infatti, è che in Friuli Venezia Giulia le zone grigie corrispondono ad aree geografiche a grosso impatto socio-economico, spesso a ridosso delle grandi città e che quindi rischiano di essere tagliate fuori dalle opportunità della fibra ottica.
Tale categorizzazione di zone non dipende direttamente da Open Fiber ma da accordi tra la Regione FVG e Infratel (società in-house del Ministero dello sviluppo per i Piani Banda Larga e Ultra Larga), che a sua volta si basa sulle informazioni ricevute dai gestori privati.
“Ad oggi non ci sono certezze su quello che sarà il futuro delle zone grigie, che dipende invece da Infratel e operatori privati – ha aggiunto Pezzetta – per questo chiederemo immediatamente un incontro con la Regione per fare chiarezza sul futuro di tali are strategiche dei nostri territoriå.”
Open Fiber si è dimostrata disponibile a collaborare con Anci e con la Regione per risolvere queste problematiche e nel mettere a disposizione dei sindaci un filo diretto con i vari responsabili di zona per conoscere opportunità, progetti e tempi che riguardano i singoli comuni della regione. Per l’aggiornamento delle mappature relative alle aree grigie, Infratel ha già aperto un nuovo tavolo di consultazioni con gli operatori. Nel 2018 sono partiti i cantieri per la banda ultra larga di 39 comuni, mentre per il 2019 saranno 71 i comuni interessati.
“La programmazione cantieri per il 2019 – ha spiegato Alberto Sperandio – darà innanzitutto la precedenza ai comuni che hanno già firmato la convenzione con la Regione e con Infratel; nello specifico, partiremo con 24 comuni detti “hub o PCN”, che avranno sul proprio territorio la centrale da cui partiranno i collegamenti ai comuni limitrofi. In tal modo – ha concluso Sperandio – la banda si espanderà a raggiera, evitando “buchi” sul territorio, e il piano si svilupperà partendo dai comuni in cui, ultimati i lavori, ci sarà la possibilità di attivare il servizio in tempi brevi”.
Aree bianche, grigie, nere: cosa sono.
La distinzione tra aree bianche, grigie e nere è fondamentale per indirizzare i fondi dello Stato a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultra larga compatibilmente con la normativa comunitaria. Si tratta infatti di una classificazione contenuta negli Orientamenti dell’Unione Europea.
Le aree bianche sono aree prive di reti a banda ultra larga, dove gli investitori privati, al termine della consultazione pubblica svolta dal Ministero per lo Sviluppo Economico nel 2015, hanno dichiarato di non voler investire: per questo sono anche dette “aree a fallimento di mercato”.
Le aree grigie sono aree in cui è presente almeno una rete a banda ultra larga di un operatore privato, o in cui almeno un operatore privato, nel corso della medesima consultazione, aveva dichiarato di voler realizzare una rete a banda ultra larga tra il 2015 e il 2018.
Le aree nere sono quelle dove c’è più copertura e concorrenza e in cui sono presenti o verranno sviluppate nei prossimi tre anni almeno due reti di operatori diversi.
Mentre per le aree bianche sono ammessi fondi statali per i lavori di cablatura, nelle aree grigie l’intervento pubblico comporta un rischio di falsare la concorrenza e interferire sulle dinamiche di mercato e richiede un’attenta valutazione della compatibilità. Open Fiber, infatti, può operare come concessionaria di bando pubblico solo nelle zone bianche, mentre interviene come operatore privato nelle zone nere, in base ad accordi specifici con i comuni, come nel caso di Udine.