Bilancio della prima edizione della festa della Repubblica Partigiana e prospettive del progetto Zone Libere
E’ passato oltre un mese dalla prima edizione della festa della Repubblica Partigiana, organizzata dal progetto/coordinamento Zone Libere tenutasi a Tramonti di Sotto lo scorso 2 giugno, ed è ora di trarre un bilancio meditato dell’iniziativa che, spiegano gli organizzatori, ha avuto un successo per certi versi inaspettato. Circa cinquecento persone da tutto il Friuli e non solo, hanno partecipato ad un evento che attraverso concerti, presentazioni di libri, cori, installazioni artistiche e attività con i bambini, ha messo in scena una vera e propria celebrazione “irregolare”. “Il 2 giugno a Tramonti si sono in realtà festeggiate due Repubbliche, si legge in una nota: quella partigiana della Carnia e dell’Alto Friuli e quella che la parte maggioritaria dei combattenti della nostra resistenza avevano in mente e che ancora si deve concretizzare, una Repubblica democratica fondata sulla giustizia sociale e sulla pace e solidarietà tra i popoli”. “Nessuna concomitanza quindi con le pompose parate del neocolonialismo nostrano andate in scena, come ogni anno, nella capitale bensì una prova generale di attualizzazione dell’antifascismo che proseguirà con le prossime edizioni ed iniziative con l’ambizioso obiettivo di promuovere e rilanciare una nuova estetica intorno ai temi della resistenza e della ribellione e per ricostruire un nuovo, quanto mai necessario, spirito costituente.
Il successo della prima edizione della Festa della Repubblica Partigiana, banco di prova indispensabile per proseguire sui sentieri immaginati, è strettamente legato ad un fatto eccezionale e per nulla scontato: la saldatura fattiva tra varie sezioni Anpi friulane, associazioni, collettivi, cori popolari, organizzazioni politiche, scultrici, musicisti, artiste, grafici, singole/i antifasciste/i intorno ad una piattaforma inclusiva che vuole uscire dalle ridotte della ritualità per aggredire il presente”.
Il progetto/coordinamento Zone Libere, confortato dall’esito di questa prima prova, si è recentemente riunito, spiegano nel comunicato, per definire le prospettive di lavoro dei prossimi mesi. In particolare ci si concentrerà su due filoni di intervento concreto: individuazione, “infrastrutturazione” e mantenimento (sia fisico che contenutistico a livello digitale) dei “sentieri e luoghi partigiani” in chiave turistica/escursionistica anche mettendo in rete ciò che già si muove dentro e fuori questa regione. Viviamo in un periodo in cui il “turismo storico” è principalmente incentrato sul primo conflitto mondiale, con contenuti che vanno dalla asettica riproposizione dei luoghi delle battaglie, ad una malcelata retorica militarista. Il modo migliore per contrastare questa “monocultura”, che di fatto oscura un’esperienza resistenziale densa e partecipata è quello di andare incontro, con questa iniziativa, ad una domanda crescente legata al così detto “turismo lento”, vera e propria risorsa per le fragili economie delle aree interne ed opportunità di presidio anche storico;
sostegno alle contro-iniziative che verranno messe in campo il prossimo settembre a Monfalcone in occasione della celebrazione del centenario della occupazione di Fiume da parte di un corpo di spedizione allora guidato dal nazionalista Gabriele D’Annunzio e adesione al Manifesto per una Trieste plurale e multiculturale contro il neoirredentismo, redatto dal gruppo Resistenza storica con lo scopo di opporsi alla scelta del comune di Trieste di erigere un monumento allo stesso D’annunzio.
Zone Libere ritiene che la natura revanscista, nazionalista e di fatto aggressiva di una simile commemorazione organica del militarismo dannunziano si inserisce perfettamente nella più generale strategia di manipolazione della storia del confine orientale da parte della destra neofascista e del centrodestra nazionalista ben rappresentato dalle allucinate dichiarazioni su “Istria e Dalmazia italiane” rilasciate lo scorso 10 febbraio dal primo presidente italiano del Parlamento europeo Antonio Tajani.
In questo senso Zone Libere, al di là del sostegno alle eventuali contro-iniziative culturali e/o di piazza che verranno messe in campo per contrastare e contestare questa ennesima dimostrazione di becero nazionalismo fuori tempo, si attiverà per stringere rapporti di collaborazione con l’antifascismo trans frontaliero per ribadire e consolidare la propria naturale identità internazionalista”.