Bufera sul Visionario per la scelta di ospitare Vannacci e le sue tesi. Qualcuno l’ha già ribattezzato il “Reazionario”
C’è chi ormai lo ha ribattezzato, più o meno scherzosamente, il “Reazionario”, insomma non è proprio piaciuta la scelta, nel solco “pecunia non olet”, presa dal Visionario di concedere la sala del cinema Centrale alla nuova kermesse del generale Vannacci e dei suoi pasdaran locali. Basta scorrere i commenti sugli ultimi post facebook del Visionario per rendersi conto che la scelta di ospitare il Generale Vannacci e le sue tesi razziste e omofobe, non è piaciuta a moltissimi frequentatori delle sale udinesi che stanno vivendo male quella che ritengono la scelta dell’associazione di vendersi per i classici trenta denari abiurando anni di politica culturale basata su valori non certo compatibili con le dichiarazioni del “generale”. Anche la tesi che la scelta è stata dettata da un concetto di “libertà” d’espressione non convince perchè dare spazio a chi potendo, quella libertà, la passerebbe per le armi volentieri, non pare idea geniale. A questo punto perchè non candidarsi ad ospitare un bel raduno Acca Larentia come quello andato in scena a Roma, siamo certi che da quelle parti il soldo non manchi. Ma torniamo all’incazzatura di molti fruitori del Visionario che oggi giurano di diventare “ex”. Prendiamo a titolo d’esempio alcuni post su facebook:
Vannacci al Centrale contraddice tutta la vostra attività culturale”.
La risposta del Visionario non è dialogante ma lapidaria, anzi viene ripetuta come un mantra praticamente sotto ogni post di contestazione. “Il Centro Espressioni Cinematografiche è un’associazione culturale di promozione cinematografica. Non esprime alcuna posizione politica. Cura la programmazione dei due cinema udinesi e considera le sale luoghi pubblici. Ci siamo dati la regola che le sale non possano essere negate (a pari condizioni di noleggio) ad alcuno. Il che non significa in nessun modo una condivisione dei contenuti degli incontri ivi ospitati. Questo principio ci permette di essere assolutamente liberi. Abbiamo ospitato in passato altri incontri controversi e contrastati, ad alcuni dei quali, ad esempio, erano stati negati altri luoghi della città. Venir meno a questo principio anche una sola volta significherebbe creare un precedente che si ritorcerebbe al concetto di democrazia e di libertà, significherebbe togliere il ruolo di luogo pubblico delle sale cittadine, significherebbe tradire la fiducia che le istituzioni pubbliche hanno riposto in noi.
Sempre nel rispetto della legalità, che non viene stabilita dalle nostre opinioni ma dalla legge. E il compito di verificare il rispetto della legge è della magistratura, non nostro.
Rinunciare a difendere un principio ora, ci porterebbe a non poterlo difendere neanche dopo. Va comunque ribadito che questo è un noleggio sala nella cui organizzazione non siamo assolutamente coinvolti. Non risponderemo ulteriormente, preferiamo farlo con i film che quotidianamente proponiamo”.
“Vergognatevi! Si legge in altro post. La vostra risposta è quasi peggio. Ignavi, anche le leggi razziali erano legali, non sapete distinguere il bene dal male senza che ve lo dica la magistratura? Pessimi. E poi ancora: “Dato che in privato non avete risposto, scrivo qui: in quanto frequentatrice ed estimatrice del Visionario, che ritengo essere una realtà di irrinunciabile valore per la città, non posso che rimanere attonita di fronte alla notizia e chiedermi come sia possibile che ospitiate la presentazione di un libro come “Il mondo al contrario”. Io, come tante altre persone nella mia stessa situazione, gradirei che sia fornita una spiegazione di questa scelta. Ho appreso la notizia che ospiterete il generale Vannacci, dando spazio, tempo e risonanza alle sue teorie. Inutile ricordare le uscite omofobe, misogine e razziste del soggetto e il movimento di sostegno che adesso il generale può vantare. Più utile -forse- sottolinearvi come d’ora in avanti io e altre persone non intendiamo più metter piede nel vostro cinema. Una presa di posizione diversa, serena e decisa, da parte vostra sarebbe stata infatti auspicabile. Ma avete fatto la vostra scelta. E noi, di conseguenza, la nostra.
Ancora più esplicito un altro cinefilo: Quindi il Visionario affitterebbe la sala anche a violentatori, criminali di guerra, alieni conquistatori etc…? Ammettere che lo fate per soldi sarebbe più dignitoso. Essere in democrazia significa opporsi a chi nega i principi democratici stessi; altrimenti tutto è concesso! Volete comportarvi da vigliacchi come fece il re molti decenni fa? Oppure aspettate che vi impongano quale film far vedere? Aspettate che vietino l’ingresso al cinema a immigrati e persone LGBT per prendere posizione? Prendere posizione non è fare politica ma è far rispettare i principi democratici e allontanarsi da chi li nega. Rendere pubblico un luogo non significa che chiunque possa esternare il proprio odio e la propria violenza in quel determinato posto. Il vostro concetto di libertà e democrazia è molto arrugginito.
Insomma è bufera ed anche sul piano istituzionale qualcuno si chiede come possa essere possibile. A farlo esplicitamente è Andrea Di Lenardo, Capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra Possibile in Consiglio comunale a Udine che scrive in una nota: “Apprendo con rammarico che il Cinema Visionario ha scelto di farsi megafono della propaganda politica del signor Vannacci nel cinema Centrale, peraltro recentemente salvato con 2,2 milioni di soldi pubblici, quindi di tuttə, anche di quelle persone su cui si riversa l’odio di chi detiene il privilegio. Ma il Visionario non dovrebbe occuparsi di cultura? Ma cosa c’entra l’odio con la cultura? La cultura serve prendere posizione! Perché se conta solo il guadagno, tanto vale andare al multisala. Pertanto, comunico che, nel mio piccolo, restituirò la tessera onoraria del Visionario e auspico che non gli vengano più elargiti fondi pubblici”.