Calano i contagi ma non i morti, e sul piano vaccinale arriva la doccia fredda di Pfzier, massimo 21 giorni per la seconda dose
Non sembra possibile, ma pare che all’indomani della decisione del Comitato tecnico scientifico di suggerire il passaggio da 3 a 5 settimane per il richiamo del vaccino Pfizer, in modo da utilizzare le dosi già in frigo per una prima iniezione a una fascia il più ampia possibile di popolazione, l’invito è stato gelato dalla direttrice di Pfizer Italia Valeria Marino che dai microfoni di SkyTg ha sottolineato come il vaccino “è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni, su di un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione”. “Dobbiamo studiare anche la necessità della terza dose, abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi. Potrebbe essere possibile una terza dose ma forse anche non necessaria, a meno che non intervengano eventuali varianti, in quel caso una dose ‘buster’ potrebbe essere utile”. E ancora: “Sul vaccino annuale bisogna essere molto cauti, potrebbe essere necessario entro l’anno o magari entro due”. Infine ha ricordato come “gli studi dimostrino l’efficacia del vaccino sulle varianti, in particolare la sudafricana. Vale lo stesso su quella brasiliana. L’allarmismo è più relativo alla capacità di diffusione”. Sembra evidente che per prendere la decisione il comitato tecnico scientifico non ha consultato il produttore del vaccino o se l’ha fatto se ne è fregato dell’opinione di chi meglio di altri conosce quel prodotto, senza contare che le validazioni di Ema e Fda prevedono quello spazio temporale e che quindi vi sarebbe anche un problema di uso distorto del farmaco. Ma la frittata sembra fatta dato che da ieri diverse regioni tra cui il Lazio (che nel prossimo weekend inaugurerà gli open days di AstraZeneca per gli over 40) avevano annunciato il posticipo della seconda dose Pfzier. Riguardo alle disposizioni sulle somministrazioni dei vaccini e i tempi per il richiamo da buon militare tiene la barra il generale Francesco Figliuolo che ai governatori durante l’incontro di oggi con le Regioni ha detto che il punto di riferimento sono i pronunciamenti del Cts.Un parziale passo indietro sembra invece arrivare, o meglio così è stato interpretato, dalla dichiarazione del ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini che sempre incontrando le regioni, ha spiegato comunque che “nelle prossime settimane arriveranno milioni di nuovi vaccini, non c’è dunque alcun rischio di rimanere a corto di dosi. Ci sono tutte le condizioni per proseguire nel buon lavoro che stiamo facendo”.