Cannabis light: Giovani Dem Fvg, sospensiva TAR vince proibizionismo
“Confidiamo che questa sentenza rappresenti un colpo decisivo contro la libertà d’impresa, l’approccio repressivo e il proibizionismo ideologico del Governo Meloni. Dopo che i giudici hanno accolto la richiesta di sospensione proposta da alcune società del settore, guardiamo con attenzione all’udienza del 16 dicembre prossimo, quando saranno definiti nel merito tutti i ricorsi proposti. Auspichiamo che si metta la parola fine a questo ennesimo esempio di normazione dannosa e propagandista”. Lo dichiara il segretario regionale Fvg dei Giovani democratici Ferdinando Santoro, commentando la sospensione da parte del TAR del Lazio, del decreto del ministero della Salute che ha inserito le composizioni orali contenenti CBD (cannabidiolo) nella tabella delle sostanze stupefacenti, o psicotrope.
“Particolarmente rilevante in questo contesto deve essere il ruolo della Regione Friuli Venezia Giulia che – spiega Santoro – dopo l’audizione congiunta delle commissioni II e III in Consiglio regionale, ha raccolto le testimonianze delle associazioni di malati, produttori, medici e rappresentanti del mondo universitario. È ora fondamentale che la Regione si faccia capofila – aggiunge il segretario GD – nella lotta contro l’articolo 18 del Ddl Sicurezza, che minaccia di imporre ulteriori restrizioni ingiustificate su un tema che merita invece regolamentazione e trasparenza”.
“La decisione del Tar arriva durante la discussione del controverso Ddl Sicurezza che – aggiunge la senatrice dem Tatjana Rojc – dopo l’approvazione alla Camera approda all’esame del Senato. Rispetto all’emendamento che equipara la cannabis light a quella tradizionale rendendola illegale, sarà difficile non tenere conto delle novità introdotte dai giudici”.
“Già ad agosto – ricorda Santoro – i Giovani Democratici del Friuli Venezia Giulia avevano lanciato un appello, unendosi alle tante voci che chiedevano una gestione più equilibrata e giusta. Oggi vediamo i primi risultati di questa battaglia di buon senso. Non possiamo accettare una politica che criminalizza pratiche sicure, regolamentate e che producono reddito”.