Carabinieri a rischio sfratto dalle caserme di Ampezzo e Comeglians. L’allarme di Unarma l’associazione sindacale dei carabinieri

Le Caserme dei Carabinieri di Ampezzo e Comeglians rischiano la chiusura, un evento che potrebbe lasciare un territorio molto vasto senza la presenza di alcun presidio delle Forze di polizia costringendo i residenti a percorrere fino ad un’ora di strade di montagna per poter fare una denuncia e di converso attendere un’ora l’arrivo di una pattuglia in caso di necessità. A denunciare la situazione una nota di Unarma l’associazione sindacale dei carabinieri secondo cui  il contratto è scaduto il 31 dicembre 2024 e non stato ancora rinnovato. “Se non si interviene immediatamente l’Arma potrebbe essere costretta a rilasciare gli immobili che ospitano due stazioni Carabinieri”, così  spiega Gabriele Camilli Segretario Regionale aggiunto FVG di Unarma.

Il motivo del possibile sfratto è semplice: Non è stato raggiunto l’accordo economico tra il proprietario dell’immobile, che chiede un aumento pari al doppio dei canoni di locazione, e la Prefettura di Udine che ritiene esageratamente esosa la richiesta economica. “Io posso capire la posizione della Prefettura, vista l’esosa richiesta dei proprietari dell’immobile, tuttavia una soluzione che tenga conto della sicurezza dei cittadini e del benessere del personale deve essere trovata e nel più breve tempo possibile. Dal punto di vista logistico, poi, bisognerebbe vedere se le stazioni limitrofe abbiano locali, camere e servizi sufficienti ad ospitare a tempo, non meglio precisato, due stazioni carabinieri, parliamo pur sempre di edifici datati e concepiti secondo le esigenze di diversi decenni fa” interviene sulla questione il Vice Segretario Generale Provinciale di Udine Marco Gaetano Garzia. Le richieste della Prefettura ai comuni interessati di individuare altri immobili per ospitare le sedi dei due Comandi Stazione, ad oggi, non hanno trovato risposte adeguate. Il sindaco di Ampezzo sembrerebbe interessato ad acquistare l’immobile che ospita la Stazione Carabinieri al prezzo di mercato ma finora non sono state date risposte certe.
In questa situazione sta aumentando lo sconforto dei residenti ed il malessere dei Carabinieri, i quali, nell’incertezza di quel che accadrà e le implicazioni economiche che ne deriverebbero, come ad esempio gli aumenti delle spese di carburante, e dei tempi di viaggio per raggiungere le nuove possibili sedi di servizio, se si desse seguito allo sfratto, stanno valutando di presentare istanze di trasferimento in altri reparti. Secondo Marco Innocenzi, Vice Segretario Generale Regionale FVG, “Migliorare il benessere del personale affinché si affronti in serenità il nostro lavoro, deve essere l’obiettivo più importante della nostra Amministrazione. La nostra professione porta con sé carichi elevati di stress, se a ciò si aggiunge l’incertezza per il futuro ed i riflessi negativi dell’incertezza sulla stabilità familiare, è evidente che si avranno importanti ripercussioni anche sul lavoro, con il rischio di aprire la strada a possibili errori che il carabiniere non può permettersi di fare. Mi aspetto dalla nostra scala gerarchica un intervento risolutore per far cessare questo stato di incertezza in cui versa il personale delle stazioni di Ampezzo e Comeglians”. Per fortuna che nelle caserme delle Stazioni di Ampezzo e Comeglians, pur essendo presenti tre alloggi, gli stessi non sono stati occupati dai militari e dalle loro famiglie. Probabilmente la lungimiranza dei militari che non hanno accettato di occupare gli alloggi, rinunciando persino alla titolarità del Comando, gli ha ripagati in termini di stress e preoccupazioni ulteriori. “Quando mi hanno raccontato la vicenda – commenta Giada Fatale segretario aggiunto per la provincia di Udine – una delle mie prime preoccupazioni è stata proprio quella di sincerarmi che non vi fossero alloggi occupati dai carabinieri e dalle loro famiglie, conoscendo molto bene, per averle vissute, le preoccupazioni e le implicazioni connesse all’ordine di lasciare libero l’alloggio con scarso preavviso: il trasloco, la ricerca di una nuova sistemazione abitativa, riorganizzare la propria vita e quella dei propri familiari, le spese da sostenere, sono solo alcune delle preoccupazioni che ti assalgono, creandoti un forte stato d’ansia. Tali scelte, seppur formalmente rispettose delle norme, non tengono in debito conto le conseguenze per i militari ed i loro familiari. Si dovrebbe pensare a porre dei correttivi alle procedure attualmente applicate. In primo luogo non è possibile che l’occupazione dell’alloggio diventi la condicio sine qua non per ricoprire determinati incarichi, ma si dovrebbe valutare caso per caso, lasciando, ad esempio, la possibilità a chi abita già nei pressi della caserma, di scegliere di continuare a farlo senza alcuna preclusione alle aspettative professionali, in questo modo, tra l’altro, l’alloggio potrebbe essere assegnato temporaneamente ad altro militare che potrebbe averne bisogno. In secondo luogo prevedere la possibilità di riconoscere proroghe e tempi più lunghi per il rilascio degli alloggi, soprattutto quando si dimostri in modo oggettivo che i ritardi non dipendono dal militare ma da fattori esterni.”

La caserma rappresenta un presidio fondamentale in aree di montagna particolarmente vaste e difficili da raggiungere. “Se si ripiegassero i Comandi in altre Stazioni Carabinieri, la strada da percorrere, per i residenti che devono fare una semplice denuncia e per i carabinieri che devono raggiungere i luoghi dell’intervento aumenterebbe di decine di chilometri su strade tortuose ed i tempi di percorrenza potrebbero arrivare fino ad un’ora con conseguenze anche gravi per chi ha richiesto l’intervento”, precisa Gabriele Camilli. Diversi comuni sono interessati dalla chiusura La Compagnia Carabinieri di Tolmezzo, dalla quale dipendono i Comandi Stazione interessati, dal punto di vista del territorio di competenza è tra le più vaste d’Italia, mentre la Stazione Carabinieri di Ampezzo ha il territorio più ampio della Compagnia. La forza organica già insufficiente a coprire l’intera area, lasciando inevitabilmente scoperte parti del territorio, presenta carenze di almeno una unità in tutti i reparti dipendenti, se si tolgono due presidi importanti come quello di Ampezzo e Comeglians sarebbe arduo mantenere il contatto diretto con la popolazione, facendo venire meno la peculiarità dell’Arma territoriale, fonte dalla quale attingere tutte le informazioni necessarie affinché tutti i reparti e le FFPP possano svolgere al meglio la loro attività di prevenzione e repressione. “Il problema della carenza organica nelle zone di montagna – osserva Alfredo Martinengo Segretario Generale Provinciale di Udine – è ancora più evidente che in altre realtà. I reparti che dipendono dalle compagnie di Tolmezzo e Tarvisio conoscono bene quali sono le conseguenze e soltanto il sacrificio quotidiano dei carabinieri in servizio in quei reparti permette alla popolazione di percepire un grado di sicurezza ancora accettabile. Se si concretizzasse lo sfratto e chiudessero, anche se solo temporaneamente, i due comandi stazione, verrebbe meno anche la percezione di sicurezza dei cittadini nei territori interessati. Va sfatato il luogo comune dei territori considerati isole felici, sicuramente non c’è la delinquenza presente in altre realtà, ma la delinquenza esiste e gli eventi accadono, se poi li si considera in proporzione all’esiguo numero di carabinieri, poliziotti e finanzieri presenti sul territorio si comprende che il lavoro non manca anche nelle cosiddette isole felici.” Un altro aspetto che non può essere trascurato è la presenza nel territorio di importanti obbiettivi che devono essere costantemente vigilati nell’interesse dell’ordine e della sicurezza pubblica e la chiusura delle stazioni o il ripiegamento in altre caserme non assicurerebbe la stessa costanza nella vigilanza.