Carcere di Udine: Celotti (Pd), situazione estrema, serve azione immediata. La risposta di Riccardi

«Le condizioni del carcere di via Spalato a Udine sono estreme e inaccettabili dal punto di vista igienico sanitario. È necessario dunque che all’attenzione dimostrata oggi dalla Giunta segua una concreta e immediata presa in carico attraverso un sopralluogo dell’Azienda sanitaria e un conseguente sollecito al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (Prap)». Lo afferma la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd) a seguito della risposta all’interrogazione attraverso la quale poneva alla Giunta le problematiche relative alle condizioni del piano terra (prima sezione) della Casa circondariale di Udine.

«Vista l’intollerabile condizione di degrado degli spazi del piano terra che ospita la prima sezione carceraria, denunciata nei giorni scorsi dal garante di Udine e che ho riscontrato personalmente a seguito della visita effettuata lo scorso 25 ottobre insieme al collega Honsell, ritengo necessario che la questione venga messa al centro del dibattito consiliare» afferma Celotti chiedendo un approfondimento sulla condizione delle carceri da parte del Consiglio regionale, attraverso la commissione competente: «Auspico che i colleghi consiglieri e le colleghe consigliere, nei propri collegi elettorali, possano visitare il carcere di competenza proprio per prendere consapevolezza delle situazioni in modo tale da favorire dei ragionamenti rispetto alle competenze regionali».

E ancora, continua Celotti «una buona parte dei detenuti sono persone in condizione di difficoltà e disagio sociale, la stessa situazione che non ne consente l’accesso alle pene alternative, perché servono casa e lavoro. E il ddl sicurezza, se approvato in questa forma, peggiorerà ulteriormente le cose e determinando un ulteriore sovraffollamento». A livello nazionale, ricorda infine, ci sono circa 62mila detenuti a fronte dei 51mila posti previsti, mentre a Udine sono 180 i detenuti rispetto ai 90 che dovrebbero esserci e 50 di questi sono detenuti al piano terra che versa in condizioni inaccettabili. «Il sovraffollamento, conseguenza delle distorsioni del sistema, non può essere la giustificazione per il protrarsi di questa situazione, perché queste persone sono affidate alle istituzioni, che ne devono garantire diritti e dignità».

Sul tema ha risposto alle sollecitazioni della Celotti l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi secondo cui il tema della condizione delle carceri rientra in un terreno di cultura politica comune. “Personalmente, ha detto l’assessore,  credo che determinate situazioni che si vengono a creare all’interno delle case circondariali siano inaccettabili. Detto questo bisogna precisare alcuni concetti importanti: l’amministrazione penitenziaria non è un organo della Regione e che la Regione, comunque, continuerà a operare per migliorare le condizioni dei detenuti e di chi vi lavora”. “Parliamo di un ambito non semplice, che non riguarda meramente il solo tema delle risorse ma più ampiamente la logistica degli interventi necessari in queste strutture, che coinvolgono competenze e modalità di esecuzione diverse. A ogni modo, la disponibilità dell’Amministrazione regionale è e sarà sempre totale, a fronte di una battaglia che considero culturale e che credo possa, anzi debba essere affrontata senza distinzioni di parte”, ha puntualizzato Riccardi. L’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia ha poi tenuto a precisare che “se è vero che le responsabilità penali devono essere certamente scontate, a fronte di una sentenza del tribunale, da parte di chi ha commesso un reato, è altrettanto vero che, al di là del pronunciamento di un giudizio, le condizioni delle dignità delle persone non possano essere travalicate da situazioni delle carceri che, in certi momenti, possono diventare invivibili. Credo che su questa vicenda tutti quanti insieme dobbiamo continuare a lavorare insieme”, ha aggiunto ancora l’esponente dell’Esecutivo, che ha ricordato come, di recente, abbia accompagnato in visita alla casa circondariale di Udine il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, con contezza quindi sulle condizioni di questi spazi di reclusione.

Entrando nel dettaglio, Riccardi ha ricordato anche l’attivazione del servizio della psicologa destinato alle carceri.

“Per quanto riguarda l’attività dei Dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie in materia di igiene, negli istituti di prevenzione e di pena è disposta una la visita almeno due volte l’anno, così da accertare, anche in base alle segnalazioni ricevute, l’adeguatezza delle misure di profilassi contro le malattie infettive e le condizioni igieniche e sanitarie degli istituti stessi”, ha spiegato. “La procedura prevede poi che il direttore generale dell’azienda sanitaria riferisca al ministero della Salute e al ministero della Giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare, informando gli uffici regionali e comunali competenti e il magistrato di sorveglianza”.

Nel corso di quest’anno, a Udine, è stata effettuata una prima ispezione il 19 luglio: “Ha interessato un campione di varie tipologie di locali non compresi tra le aree interessate da lavori di riqualificazione e manutenzione straordinaria, perché non utilizzati per la detenzione. Le risultanze sono state inviate per i seguiti di specifica competenza, o per conoscenza, alla direzione della Casa circondariale di Udine, al magistrato di sorveglianza presso il Tribunale di Udine, alla Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità, al ministero della Salute al ministero di Grazie e Giustizia, al Garante comunale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà del Comune di Udine”.

L’azienda sanitaria effettuerà entro la fine del 2024 una seconda ispezione nel carcere di Udine, rimanendo a disposizione per quanto riguarda gli approfondimenti sui locali da visitare al piano terra. “Il Dipartimento di prevenzione competente resta comunque sempre a disposizione della direzione del carcere per ogni chiarimento e supporto di competenza”, ha chiuso Riccardi.