Casa Circondariale di Trieste un’“Antigone” in ciottoli va in scena con le donne detenute per il progetto “Oltre le sbarre, sotto la sabbia”
A coronamento di un intenso percorso formativo, va in scena domani 20 dicembre alle 11.00 presso la Sezione femminile della Casa Circondariale di Trieste ’Ernesto Mari’ un’”Antigone” fatta con i ciottoli di fiume, uno spettacolo esito di un laboratorio di “comunicazione efficace” con le donne detenute intitolato “Oltre le sbarre, sotto la sabbia”. Il progetto è ideato e realizzato da Stefano Bertolo, esperto psicopedagogista e filosofo, con il sostegno del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con la “Scuola Sperimentale dell’Attore” di Pordenone e l’associazione “DOC – docenti per l’istruzione in carcere” di Trieste.
“Oltre le sbarre, sotto la sabbia” nasce dall’incontro del Prof. Stefano Bertolo e l’associazione “DOC – docenti per l’istruzione in carcere” che si occupa di creare collaborazioni e sinergie sul territorio al fine di realizzare quel ponte tra dentro e fuori indispensabile al reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale. Nel corso di una serie di incontri, a partire dal mese di ottobre e per la durata complessiva di 36 ore, si è sviluppato il dialogo tra il Prof. Stefano Bertolo e le detenute del carcere di Trieste, forti dell’idea che il teatro può farsi strumento di riconciliazione con la società civile, per arrivare al mito di Antigone narrato da Sofocle e alla sua possibile messa in scena.
La tragedia di Sofocle che mette al centro il conflitto tra legge e morale diventa pretesto per applicare un metodo che esercita una libertà interpretativa. La narrazione dell’opera avviene infatti “a soggetto”: si basa sulle attitudini delle narratrici di ricostruire, frammento dopo frammento, la tragica storia di Antigone e della sua famiglia. Peculiarità del metodo di narrazione è inoltre la trasposizione minimalista dei personaggi, resi scenicamente attraverso il posizionamento di ciottoli di fiume all’interno di un piccolo giardino Zen, con piccoli spostamenti a seconda dell’azione rappresentata.
Dichiara Stefano Bertolo: «Dopo il debutto si prevede, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, di dare continuità al progetto con una proposta di rappresentazione on line (via Zoom), rivolta principalmente al mondo della scuola ma anche ad associazioni, biblioteche, comunità ed in genere ad un pubblico che abbia a cuore il tema della giustizia. Per questa seconda fase, oltre alla “Scuola Sperimentale dell’Attore” e a “DOC – Insegnanti in carcere”, si aggiungerà la collaborazione della coop. OLOGEA di Tricesimo (UD) e della “Compagnia di Arti&Mestieri – La Scena delle donne” di Pordenone».