Casa Comunità e Cot all’Ospedale Maggiore di Trieste: costi ingenti, risultati improbabili

La stampa locale ha recentemente dato notizia che all’interno dell’ospedale Maggiore ha preso il via il cantiere per realizzare prima la Centrale operativa territoriale (COT) e poi la Casa di comunità. L’area prevista per la COT è di circa 100 metri quadri al piano terra del Maggiore per un costo di 651 mila euro, ovvero 6.500 euro al metro quadrato.

Ma cos’è questa Centrale operativa territoriale? È inserita nel PNRR voluto dall’allora ministro Speranza senza però spiegare in modo esauriente a cosa dovrebbe servire. In sostanza, sembra che vi saranno infermieri che risponderanno al telefono e metteranno in contatto professionisti dei vari servizi ospedalieri e territoriali, coordinandone le attività riguardo a dimissioni/ammissioni, raccolta e monitoraggio dei dati. In pratica quello che già dovrebbero fare i Distretti.

E per questo si spendono 650mila euro a cui va aggiunto il costo del personale, 1 Coordinatore, 3-5 infermieri, 1-2 unità di supporto (verosimilmente OSS o amministrativi).

La Casa di comunità occuperà 1.500 metri quadrari all’interno del Maggiore per aprire una quindicina di ambulatori e altre attività, come un’area prelievi o un piccolo Cup. La spesa prevista è di circa 3 milioni e 800 mila euro, a cui si dovranno aggiungere i costi per ricollocare gli uffici e gli ambulatori che attualmente occupano tale area. E tanti soldi impiegati per cosa?

Le Case di comunità non sono altro che i CAP – Centri di Assistenza Primaria – della riforma Serracchiani, cui hanno cambiato nome forse per mascherare il fallimento dei CAP, ma la sostanza non cambia, si assiste ad una moltiplicazione di sportelli, senza che si possa intravvedere una vision complessiva o una qualche programmazione credibile della sanità regionale.

Per ogni Casa della Comunità il PNRR finanzia l’assunzione di soli due infermieri, il resto del personale (medici di medicina generale e specialistica, infermieri, fisioterapisti, ecc.) dovrà essere quello già esistente, che sposterà la propria sede di lavoro, per cui vista la carenza di professionisti è assai probabile che dei 15 ambulatori realizzati ben pochi potranno essere riempiti.

In conclusione, si realizzano strutture edilizie che costano tanto e rischiano di rimanere scatole vuote.

Walter Zalukar

Associazione Costituzione 32
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