Catalizzatori, premo nazionale all’Ateneo di Udine
Riconoscimento nazionale per il gruppo di Chimica industriale e catalisi dell’Università di Udine e per il coordinatore, Alessandro Trovarelli, che ha ricevuto la “Medaglia Mario Giacomo Levi” dalla Società chimica italiana. L’onorificenza premia il ventennale lavoro che ha portato alla realizzazione industriale di catalizzatori per il trattamento delle emissioni da gas esausti contenenti ossidi di azoto, composti organici volatili e particolato, in collaborazione con l’austriaca Treibacher Industrie AG. La soluzione è stata tra i sei candidati selezionati al premio nazionale per l’innovazione 2022 in Austria (Staatpreisinnovation). La medaglia viene assegnata congiuntamente a uno studioso accademico e a un esponente dell’industria che, in collaborazione, si siano distinti per l’attività innovativa svolta nel campo della chimica portando l’innovazione a almeno una realizzazione industriale. Per onorare la memoria di Mario Giacomo Levi (1878 – 1954), fra i massimi esperti di combustibili in Italia, la Società chimica italiana, attraverso la Divisione di chimica industriale, ha promosso dal 1958 l’attribuzione di una Medaglia in suo nome per premiare le innovazioni apportate ai processi della chimica industriale. La Medaglia è stata conferita al professor Trovarelli e al dottor Sagar di Treibacher Industrie AG in occasione del XXII Congresso Nazionale di Chimica Industriale tenutosi a Catania. I vincitori sono stati chiamati a presentare il lavoro di ricerca e di industrializzazione nel corso dell’evento.
Il gruppo di Chimica industriale e catalisi del dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura collabora con Treibacher Industrie AG da più di 20 anni. In particolare, lavorano assieme allo studio di catalizzatori per applicazioni ambientali per la rimozione di gas nocivi da processi industriali e da sorgenti mobili, come autovetture e camion. L’innovazione riguarda l’ingegnerizzazione e la formulazione di nuovi materiali per la rimozione degli ossidi di azoto da gas esausti. Questi studi, negli anni, sono stati oggetto di due progetti europei e hanno portato alla realizzazione di quattro brevetti a livello mondiale e a diverse pubblicazioni su riviste scientifiche.