Cgil: aiuti bis, troppo poco per sostenere salari e pensioni
Bene agli strumenti individuati, ma le risorse stanziate sono «largamente insufficienti» rispetto alle esigenze di lavoratori e pensionati. È quanto sostiene il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta, commentando le misure sulla decontribuzione dei salari e la rivalutazione delle pensioni contenute nel decreto Aiuti bis, varato ieri dal Governo. «Si tratta – spiega Pezzetta – di una manovra complessiva di oltre 14 miliardi, dei quali appena 1,5 vanno a finanziare le due misure specifiche su salari e pensioni, positive nella logica, ma inadeguate negli importi: un miliardo per innalzare dallo 0,8 al 2% la decontribuzione sulle retribuzioni, 500 milioni per anticipare a ottobre parte della perequazione 2023 sulle pensioni. Anche considerando l’incremento dell’esenzione fiscale sul welfare aziendale, è davvero molto poco. Si pensi, ad esempio, che in Francia il Parlamento sta approvando l’innalzamento a 6mila euro dei bonus salariali esenti da imposte e ha già approvato una rivalutazione straordinaria del 4% sulle pensioni, a partire da luglio». Rincara la dose Lo Spi, il sindacato pensionati della stessa Cgil: «L’anticipo della rivalutazione delle pensioni, così come l’incremento della decontribuzione sui salari, è una misura che va nella giusta direzione, ma l’entità della misura e delle risorse stanziate è totalmente insufficiente rispetto alla gravità dell’emergenza redditi che colpisce pensionati e lavoratori». È quanto dichiara il segretario regionale dello Spi-Cgil Roberto Treu, commentando le misure del decreto aiuti bis in materia di pensioni. «Un segnale c’è – dichiara – ma è evidente che i 500 milioni di euro stanziati sul fronte pensioni sono poca cosa rispetto alla perdita di potere d’acquisto subita dai 16 milioni di pensionati italiani, anche alla luce del fatto che più della metà delle pensioni, anche in questa regione, è al di sotto dei mille euro lordi mensili». Per quanto riguarda nello specifico le misure in materia di rivalutazione delle pensioni, il decreto aiuti bis prevede l’anticipo straordinario all’ultimo trimestre di una quota della rivalutazione all’inflazione. Tutti gli assegni dei pensionati con redditi fino a 35mila euro annui (corrispondenti a 13 mensilità da 2.692 euro ciascuna) verranno rivalutati del 2% a partire da ottobre, anticipando una quota della più corposa perequazione che scatterà dal 1° gennaio 2023. Verrà anticipato a ottobre anche il conguaglio dello 0,2% sulla perequazione 2022, legato alla differenza tra il tasso d’inflazione relativo al 2021, pari all’1,9%, e quello provvisorio dell’1,7% che era stato applicato da gennaio in sede di perequazione. A beneficiare delle misure, come detto, i pensionati con redditi lordi fino a 35mila euro. In Friuli Venezia Giulia, su un totale di 355mila, sono circa 315mila.