Città transfrontaliere, domani seminario su criticità e opportunità

Quali problematiche hanno le città di frontiera? Che opportunità offrono? Quali possibilità di resilienza e di crescita concede loro l’Unione europea? Che patrimonio di esperienze possono offrire allo sviluppo dell’identità europea? Sono alcuni dei principali interrogativi al centro del seminario “Resilienza, sviluppo e crisi nelle città transfrontaliere”, in programma martedì 7 novembre, dalle 17 alle 19, presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Udine (Via Tomadini 3, ingresso da via Trento, Sala riunioni) e con relatrice Elisabetta Nadalutti, docente di Scienze politiche e Relazioni internazionali al Forward College.

L’evento – aperto al pubblico – è organizzato dall’Ateneo friulano nell’ambito del progetto di ricerca “L’identità politica europea: governance e razionalità pratica di fronte alle sfide multiculturali”, coordinato dal prof. Gabriele De Anna, e rientra tra le attività promosse dalla laurea magistrale in “Cittadinanza, istituzioni e politiche europee” offerta dal Dipartimento di Scienze giuridiche. Elisabetta Nadalutti, friulana di origine, dopo la laurea in lettere classiche all’Università di Udine, ha conseguito un master e un dottorato in scienze politiche presso l’Università di Bath (Regno Unito) e avuto posizioni di ricerca e docenza in vari atenei nel mondo. Il suo lavoro si concentra attualmente sullo sviluppo e la governance nelle zone transfrontaliere, al fine di comprendere meglio i processi di integrazione e le società all’interno dell’Unione europea e del Sud-Est asiatico.

«La professoressa Nadalutti – anticipa Gabriele De Anna – prenderà le mosse da un quadro teorico di Bergson, che distingue tra società “aperte” e “chiuse”: le prime, a differenza delle seconde, sono caratterizzate dalla flessibilità, dall’adattabilità e dalla capacità di affrontare il cambiamento. La relatrice considererà la rilevanza di questa distinzione nel contesto dell’integrazione e parlerà anche della resilienza e dell’adattabilità dimostrate dalle città transfrontaliere durante la pandemia di COVID-19, soffermandosi sull’esperienza di Gorizia e Nova Gorica. Discuterà l’importanza, per le città di frontiera, di organizzarsi meglio e di creare una struttura formale per la cooperazione, affinché le loro voci possano essere ascoltate a livello nazionale ed europeo».