Confartigianato donne: quattro start up Fvg esempio nazionale
Sono state quattro le aziende del Friuli Venezia Giulia che hanno mostrato «L’impresa femminile, talento e abilità nel cambiamento dell’economia» a Roma, alla Convention di Donne Impresa Confartigianato, che ha sviluppato il tema attraverso l’esperienza di 18 aziende, selezionate su tutto il territorio nazionale.
«La cospicua rappresentanza della nostra regione è stata motivo di soddisfazione ma, soprattutto, indice della creatività, della capacità imprenditoriale e d’innovazione delle donne del Friuli Venezia Giulia – sottolinea la presidente regionale di Donne Impresa Confartigianato Fvg, Filomena Avolio -. Sono aziende molto diverse tra di loro e danno conto degli spazi esistenti oggi per fare impresa».
Alla Convention nazionale hanno raccontato l’apporto al cambiamento dell’economia la pordenonese Cecile Vandenheede, la cui preparazione scientifica consente al suo laboratorio di restauro di realizzare le analisi delle tele per la loro datazione, e tre imprenditrici della provincia di Udine. Paola Bellaminutti, è un’artista artigiana che coniuga antico e moderno con eleganza e passione; Carola Rodolfi Kumbal ha applicato l’arte del mosaico in nuovi ambiti, valorizzando, per esempio il logo delle aziende; Adelia Di Fant, che ha creato nell’azienda di famiglia una linea di praline alla grappa friulana.
In Friuli Venezia Giulia il 22,4% delle imprese è al femminile, una percentuale leggermente superiore rispetto alla media nazionale, che si ferma al 22 per cento. In termini assoluti le imprese femminili Fvg sono 23.043 sulle 102mila 635 complessive. Il 67% delle imprese attive femminili è nato tra il 2000 e il 2018 e quindi hanno in generale meno di vent’anni. A fronte del decremento delle aziende, femminili e non, registrato in Fvg negli ultimi 5 anni, «le imprese artigiane femminili friulane esprimono elevate potenzialità – prosegue Avolio -, come dimostra il fatto che negli ultimi cinque anni le oltre 5mila imprese artigiane guidate da donne hanno ottenuto un incremento del 6,6 per cento».
In regione, però, il 93,5% delle aziende artigiane in rosa non supera i 5 addetti e il 59,4% delle imprese ha un solo addetto. «L’aspetto dimensionale, perciò, pone alle donne imprenditrici significative difficoltà di conciliazione», evidenzia Avolio.
È a fronte di questo contesto che la presidente regionale di Donne Impresa Confartigianato Fvg, pur ricordando la positività anche del bando appena uscito a favore del comparto, sollecita la Regione «a interventi strutturali a favore delle imprese guidate da donne e strumenti – sottolinea Avolio – che accompagnino per intero il ciclo di vita dell’impresa e dell’imprenditrice». Le misure, cioè, «non devono sostenere solo le start up e occorre tenere in qualche modo conto che i cicli di vita dell’impresa e della donna imprenditrice si influenzano vicendevolmente determinando successo e fatica: fare impresa a 20 anni non è come fare impresa a 40 o reinventarsi dopo i 55 anni». Per una donna imprenditrice le problematicità sono inevitabilmente diverse se è madre con figli adolescenti piuttosto che neonati o se deve prestare cure a genitori anziani. Ecco perché, aggiunge Avolio, «occorrono misure diversificate, non riconducibili esclusivamente a contributi, che agiscano per forme di welfare innovativo». Le imprenditrici di Confartigianato hanno consegnato alla politica regionale un documento con alcune proposte concrete, tra voucher da utilizzare per l’accudimento di familiari anziani e disabili e il riconoscimento del lavoro di cura con contributi figurativi Inps. «Il documento attende ancora risposta», conclude Avolio.