Conficoni (Pd): Sanità regionale arriva un’altra tegola. Neo direttore dell’Arcs, Polimeni, ha stravolto il sistema acquisti
“Dopo i problemi sul fronte dei servizi e delle prestazioni di cura con un forte appesantimento delle liste di attesa, sulla sanità regionale arriva un’altra tegola che riguarda il sistema degli acquisti”. Lo dichiara, in una nota, il consigliere regionale del Pd, Nicola Conficoni. “In maniera assolutamente arbitraria – è l’opinione del consigliere – il neo direttore dell’Arcs, Polimeni, ha stravolto un sistema collaudato e funzionante da ben 17 anni, calando sulle aziende sanitarie un nuovo modello di gestione decentrata di gara che secondo i direttori generali delle stesse genererà un aumento degli adempimenti e un incremento dei costi. Questo è l’ennesimo colpo che sta creando un clima negativo nel sistema sanitario pubblico e che ha come primo responsabile l’assessore alla Salute, Riccardi”. Con un’interrogazione alla Giunta, Conficoni denuncia il cambiamento voluto da Arcs nella pianificazione degli acquisti centralizzati di beni e servizi per conto del Sistema sanitario regionale. “Dopo aver male operato nell’Azienda sanitaria del Friuli occidentale (Asfo), ora Polimeni (voluto e difeso fino all’ultimo da Riccardi, che lo ha promosso a direttore di Arcs) replica a livello regionale creando nuovi ostacoli alle Aziende territoriali – continua il consigliere dem – . A seguito dell’atto con cui Polimeni comunica lo stravolgimento del sistema degli acquisti di beni e servizi per il sistema sanitario pubblico, infatti, i direttori generali dell’Asfo (Giuseppe Tonutti), dell’Asugi (Antonio Poggiana), dell’Asufc (Denis Caporale), dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste (Stefano Dorbolò) e dell’Irccs Cro di Aviano (Francesca Tosolini) hanno inviato una missiva a Polimeni e Riccardi chiedendo di rivedere il documento ed elencando tutte le criticità che il nuovo modello porterebbe, a partire proprio dall’aumento di adempimenti a carico delle Aziende già in difficoltà e un aumento dei costi”. “Riccardi – conclude Conficoni – non ripeta l’errore già fatto a Pordenone, non si ostini a difendere fino allo stremo chi ha già ampiamente dimostrato di distruggere un sistema da rilanciare, ma si attivi per trovare una soluzione condivisa”.