Confindustria Alto Adriatico: si tagli iva sugli aumenti
Le acciaierie, tutta la filiera dei metalli, ma anche le industrie del vetro in Friuli Venezia Giulia, stanno “spegnendo la luce” a causa del costo insostenibile della bolletta energetica. “Peggio ancora sarebbe l’interruzione dell’approvvigionamento stesso di metano, perché siamo finiti nella black-list della Russia che ha detto che di fronte a sanzioni pesanti userà l’arma del gas e del petrolio. E noi e la Germania siamo i più vulnerabili”. E’ la prospettiva scoraggiante espressa alla Dire dal presidente della Confindustria Alto Adriatico (Trieste-Pordenone-Gorizia) Michelangelo Agrusti. Se per i rifornimenti l’Italia ha riserve strategiche di gas che permettono di arrivare almeno alla fine dell’estate, che comunque devono essere rinnovate in breve periodo con fonti di gas alternative, continua Agrusti, l’urgenza ora è il costo per le aziende. “Non basta tagliare le accise- spiega- che incidono per il 5-6% sul prezzo. Chiediamo invece la totale abolizione dell’Iva sulla differenza della bolletta di oggi rispetto a quella del 2019. E’ un surplus in parte speculativo, in parte dovuto all’eccesso di domanda, in parte alla situazione geopolitica, ed è evidente che è un’entrata inattesa per lo Stato”.
La Confindustria Alto Adriatico, continua Agrusti, “è solidale con l’Ucraina, senza se, senza ma, e siamo disposti a fare la nostra parte dei sacrifici. Però chiediamo che l’insieme dell’Europa sia solidale con i paesi più esposti sul versante delle sanzioni”. Quello che si chiede insomma è “Recovery plan sulla crisi della guerra, perché io ritengo- sottolinea il presidente- che questa situazione sia addirittura più pesante di quella della pandemia”. Guardando oltre l’orizzonte, ovvero ai notevoli investimenti che le imprese del Friuli Venezia Giulia hanno in Ucraina e Russia, anche se forse non saranno persi, perché “dipende da quanto dura questa crisi- osserva Agrusti-, bisogna cominciare a considerare che il mondo e i commerci non saranno più quelli di prima. La divisione geopolitica del mondo sarà probabilmente tra l’area delle democrazie e quella degli autocrati e delle dittature: la saldatura tra Cina e Russia è un elemento che rischia di diventare strutturale. E comunque le pretese russe- evidenzia- non finiscono con l’Ucraina. Quindi questa sarà una stagione che durerà parecchio tempo. Dall’altra parte le filiere lunghe del valore erano già state messe in crisi dalla pandemia: da questa vicenda avranno una botta mortale”, conclude il capo degli industriali dell’Alto Adriatico.