Confusione sotto il cielo: si affollerà la Spoon River di uomini e movimenti della sinistra italiana?

E’ una primavera amara quella di questo 2022. Non solo perché l’ennesima guerra è scoppiata e per di più in Europa con il suo carico di morte e distruzione, ma perché le frizioni ideologiche che di nobile hanno poco o nulla, si sono manifestate in tutta la loro acidità corrosiva e l’hanno fatto dove non ti aspettavi, soprattutto a sinistra. Così antiglobalisti, neo-sovranisti, antiamericanisti, neo o pseudo-marxisti, ma anche persone e movimenti storicamente strutturati, si sono ritrovati sul fronte comune di pseudo-dissidenti e su quello, spesso strumentale, di “pro pax” magari dopo essere stati no vax. Un pacifismo di maniera che facendosi schermo con gli utopici e rispettabilissimi pacifisti doc, ne inquinano il movimento e la sua autentica onestà intellettuale. Una strana unione che vede anche simbiotiche parole d’ordine fra estremi di destra e sinistra nella quale ormai nessuno ha più alcun timore e pudore nel citare fonti e tesi complottistiche, hanno cittadinanza perfino quelle con qualche rigurgito antisemita, oltre che l’antiamericanismo “a prescindere” che non guasta mai. Non solo “arringano” i seguaci con le loro idee sul filo del rasoio del vero e del falso, ma le loro interpretazioni anche di fatti reali vengono condite, tirando per la giacchetta chi il pacifismo lo pratica veramente da sempre per convinzione o magari per ruolo. Paradossale è l’utilizzo, come fosse una pedina utile alla loro narrazione, perfino delle parole del Papa, dimenticandosi di essere stati gli inventori di storici slogan del tipo “cloro al clero”. Tutto avviene pubblicamente in quella palude che sono i social, alcuni siti web, blog e trasmissioni televisive in cerca audience a tutti i costi, nonché in fantasiose pubblicazioni dalle quali, oltre allo strumentale pacifismo dell’ultima ora, vengono diffusi appelli per la costruzione di una “sinistra nazionalpopolare” sperando di attirare alla pugna anche alcuni “scappati di casa” della diaspora grillina. In sostanza sono tutte schegge sparse nel frastagliato mondo della sinistra radicale che avrebbe le carte per rappresentare gli ultimi e di cui ci sarebbe gran bisogno, e che invece alla proposta sostituisce spesso solo la sterile e cieca opposizione al nemico “a sinistra”, negandogli perfino l’appartenenza all’area di cui, evidentemente, si sentono unici rappresentanti e portatori di verità. Tutti gli altri sbagliano, il mondo sbaglia. Alla fine rimarranno confinati sulla collinetta di chi si sente puro ed invece diventa abitante testimoniale dell’ormai affollatissimo Spoon River di partiti e movimenti che “furono”. Vedo già chiaro l’epitaffio di alcune delle lapidi: “qui giace la speranza del sol dell’avvenir” o “uccisi dalla purezza rivoluzionaria”. Ma prima che questo avvenga si faranno altri danni, ad iniziare dal trovarsi sulla stessa fetida barricata con la destra perché se sei di sinistra antiliberale dura, non finisci con Fassina o Fratoianni e neppure con Acerbo, ma con Salvini, Fusaro, Santoro e Toni Capuozzo e tutto quel circo Barnum che del nuovo antagonismo agli ucraini, dopo essersi abbondantemente abbeverati carrieristicamente alla fonte dei poteri, sta trovando nuova ed insperata notorietà nella narrazione che gli ucraini, da popolo aggredito, diventano nazisti, se non da sterminare, almeno da rieducare con ogni mezzo. Gulag compresi. Per questo oggi tutto rischia di amalgamarsi nell’inconcepibile razzismo contro gli ucraini che non sono santi, ma neppure diavoli. Intendiamoci non si tratta di stabilire chi è “putiniano” anche se poi certi comportamenti finiscono per favorire l’autocrate di Mosca, ma di capire perché è scattato quello che sembra un virus che porta molti, alcuni forse in buonafede, altri per calcolo personale, a comportarsi come fecero le nazioni democratiche dinnanzi  alle notizie sullo sterminio degli ebrei prima che, ironia della storia, l’armata Rossa scoperchiasse il tetto di colpevole omertà sulla follia dei lager. Chissà, forse il malefico filtro magico di questo offuscamento delle idee nasce dall’amalgama fra populismo superficiale e legittima voglia di cambiare, non capendo però che si finisce per generare una nuova ondata di correnti sovraniste dipinte di rosso ma che, via via, virano verso il bruno. Speriamo non sia tardi e che vi possa essere un ravvedimento, anche se è palese, che sotto il cielo della confusissima galassia a sinistra del Pd, molti  hanno trovato meravigliosa l’idea e la prassi di fare prediche agli ucraini che muoiono e resistono, e oggi, anche deriderli, negando perfino le stragi  e le fosse comuni considerate messinscene hollywoodiane condite dalla testimonianza falsa dei giornalisti presenti nella zone di guerra venduti al nemico amerikano di cui la Nato è propaggine ubbidiente. Certo non si possono disconoscere errori e orrori compiti nei decenni dall’occidente, Usa in testa, ma questo non può cambiare la realtà odierna di chi è aggressore e chi è aggredito a meno di non pensare che i milioni di ucraini sotto le bombe siano tutti piccoli Hitler. Se non fosse che siamo dinnanzi alla più grande catastrofe umanitaria in Europa dal secondo dopoguerra, potrebbe esserci in tutto questo qualcosa di comico. Purtroppo, invece, alcune posizioni risultano sempre più patetiche e strumentali e. alla fine, per qualcuno magari a propria insaputa, per altri per scelta, finirà in una amalgama pericolosa di nichilismo fascista. Nulla di non già visto nel 900  all’ombra della genesi del fascio littorio. Fabio Folisi