Convegni a orologeria. Le europee incombono, a Udine Coldiretti con il ministro Lollobrigida e il candidato Ciriani

Dall’etichetta d’origine Ue su tutti i prodotti alimentari al sostegno delle aziende agricole contro le pratiche sleali fino alla semplificazione burocratica. Sono i capisaldi della proposta di Coldiretti alle istituzioni europee, più volte rilanciata nelle ultime settimane nel corso di partecipate manifestazioni a Bruxelles e al Brennero. Nuova occasione per un messaggio a tutela dell’agroalimentare è stato il convegno promosso da Coldiretti Fvg in Sala Ajace a Udine guarda caso in piena campagna elettorale per le europee. Alla presenza del ministro dell’Agricoltura e dello Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, presente anche il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani come è noto candidato alle Europee in Fratello d’Italia, dove la fratellanza nel suo caso è anche parentale, essendo suo fratello il ministro per i rapporti con il Parlamento   Luca Ciriani. Comunque di agroalimentare almeno si è parlato davvero, dopo i saluti del presidente regionale della Federazione Martin Figelj e del vicesindaco di Udine Alessandro Venanzi, ne hanno parlato il direttore della Coldiretti Fvg Cesare Magalini, il direttore del Consorzio Tutela Formaggio Montasio Renato Romanzin, il direttore del Consorzio Prosciutto San Daniele Mario Emilio Cichetti e il presidente del Consorzio Tutela Doc Friuli Stefano Trinco.
«Il nostro Paese, grazie al pressing della Coldiretti, ha fatto ancora una volta da apripista con la legge per fermare il cibo artificiale, risultato straordinario che tutela la qualità, la salute e i primati del made in Italy – le parole del presidente Figelj –. Ma non ci fermiamo qua. All’Europa chiediamo la revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice doganale dell’Unione e del luogo di provenienza, che permette di vendere come italiano, magari con il nome “nostrano” o “di fattoria”, un prosciutto fatto con cosce di maiale provenienti dall’estero. Serve poi insistere sul principio di reciprocità, così da proibire l’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa che non rispettano le stesse normative comunitarie in fatto di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e del lavoro. Una concorrenza sleale che danneggia gli agricoltori europei, peraltro sottoposti a regolamenti e vincoli spesso fuori dalla realtà. Di qui l’obiettivo di un milione di firme per l’iniziativa di legge popolare per la salvaguardia dell’agroalimentare del territorio».
Il direttore Magalini ha quindi presentato le eccellenze dell’agroalimentare regionale, un comparto che fattura 3,9 miliardi all’anno, con il record storico di esportazioni nel 2021: 1,1 miliardi. Il Fvg, stando a un recente report di The European House-Ambrosetti, è inoltre secondo in Italia per il valore della produzione di vino certificato, 818 milioni, mentre il San Daniele e il secondo prodotto a base carne su 43 per valore della produzione e il Montasio è l’ottavo formaggio per valore della produzione e quarto a pasta semicotta su 56.
«Il San Daniele Dop – aggiunge Cichetti – è uno dei prodotti gastronomici più rappresentativi del made in Italy. Il fatturato totale è stabile e di circa 360 milioni di euro con un’esportazione del 19% in aumento di 2 punti percentuali sull’anno precedente: si consolidano così i principali mercati esteri come Francia, Germania, Stati Uniti e Australia. La produzione annua, intorno alle 2,6 milioni di cosce provenienti da una filiera Dop 100% italiana, si svolge esclusivamente nei 31 stabilimenti siti nella città di San Daniele del Friuli. Il mercato di vendita primario per il prosciutto continua ad essere la grande distribuzione organizzata che permette di raggiungere i consumatori in modo omogeneo».  «Il Montasio Dop – dice da parte sua Romanzin – è la chiara espressione dell’arte casearia del Friuli –. Ha appena celebrato i suoi 250 anni dalla prima apparizione in un prezziario della Camera di Commercio di Udine datato 1773. Un patrimonio economico che il Consorzio Montasio sta continuando a valorizzare in collaborazione con l’Università di Udine, la Regione Friuli Venezia Giulia e il M.A.S.A.F, con l’obiettivo di enfatizzare l’origine della sostenibilità autoctona e rafforzare l’identità territoriale. Grazie alla sua storicità, il formaggio Montasio rappresenta ancora oggi i veri elementi valoriali della filiera zootecnica del Friuli». «Da un punto di vista commerciale – informa infine Trinco –, veniamo dalle tre fiere più importanti del settore, vale a dire Parigi, Düsseldorf e Vinitaly. Il comparto regionale ne esce bene sul fronte della qualità, pur dopo una vendemmia non poco complicata. Oggi il 50% della produzione è rappresentato da vini interregionali come Prosecco e Pinot Grigio delle Venezia, ma nel contempo si sta sempre più affermando la specificità degli autoctoni del Fvg. Il nostro territorio si posiziona ormai in maniera centrale rispetto alla domanda, consapevole di avere costruito negli anni un profilo adeguato a quello del consumatore moderno: vini bianchi, facili da bere, e ovviamente anche le bollicine.