Covid in FVG. Cedarmas Articolo Uno: Fare chiarezza. Zalukar, gruppo misto: Evitare che “troppa polvere vada sotto il tappeto”

Si moltiplicano prese di posizioni e commenti sulla drammatica lettera inviata dai medici anestesisti ospedalieri del Fvg nella quale denunciano l’intollerabile situazione in cui versa il sistema sanitario ed in particolare le strutture demandate alla lotta contro il Covid. In una nota il segretario regionale di Articolo Uno   Mauro Cedarmas scrive: “Molto bene hanno fatto le opposizioni presenti in Consiglio regionale a chiedere formalmente la modifica dell’ordine del giorno della III Commissione prevista per martedì prossimo, chiedendo l’audizione dei rappresentanti dell’associazione degli anestesisti e dei sindacati di categoria dopo l’invio della lettera da parte dei citati operatori sanitari al Presidente della Giunta regionale. Un documento dai contenuti particolarmente delicati e gravi, che mostrano tutta la difficile situazione presente negli ospedali della regione a seguito della pandemia e che testimoniano sicuramente l’alto grado di responsabilità e civismo di chi da ormai un anno è in prima linea nel supportare e nell’aiutare i già tanti cittadini regionali che hanno contratto in forma grave il COVID .”  Cedarmas,  poi prosegue: “ Ci aspettiamo, quindi, da parte dell’Assessore competente di conoscere la posizione del governo regionale non certo e solo in merito alla citata richiesta dell’opposizione, ma soprattutto in ordine a quanto evidenziato nella missiva da parte degli anestesisti. Non è tempo di parate o di calcoli elettorali, è tempo di lavorare con sobrietà, dando precise risposte a chi è in prima linea, sapendo che non è più tempo di addossare a altri responsabilità che sono in capo alla nostra organizzazione sanitaria”. Va aggiunto che Articolo Uno è il partito che esprime a livello governativo il ministro della sanità Roberto Speranza che speriamo vivamente sia informato di quanto avviene in Fvg al di là delle dichiarazioni trionfalistiche che probabilmente gli vengono riportate dai canali “ufficiali”.  Del resto il rischio che per l’ennesima volta venga posto il silenziatore, con le buone o le brutte, sulla giusta protesta del personale è molto forte. Scrive a questo proposito il consigliere regionale del gruppo misto Walter Zalukar: “Assai prevedibile la risposta dell’esecutivo alla denuncia dell’AAROI. E’ ormai uno schema fisso: si fa finta di non sapere, si esprime grande meraviglia con viraggio verso l’indignazione, si richiama la salute dei cittadini, si annuncia il necessario approfondimento e si convoca chi ha osato disturbare il manovratore. Eppure la via pro veritate è assai più semplice: a Gorizia e a Palmanova c’erano pazienti con ventilazione invasiva? Se si, come pare, i locali di ricovero possedevano i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi previsti dalla normativa? Se no, come pare, perché questi pazienti non sono stati trasferiti in vere strutture di terapia intensiva in regione, oppure in altre regioni? Quanti di questi pazienti sono morti? Riguardo il resto mi pare che sia tutto già accertato, infatti non ci sono dubbi che il pagamento degli straordinari non viene onorato in tempi ragionevoli, che le ferie sono sospese, che manca la medicina territoriale, che i rimpiazzi sono pochi e inesperti, ecc. ecc. Occorrerebbe concretezza, non annunci e ancor meno intimidazioni. Già, perché la convocazione del dott. Peratoner a Palmanova dopo mesi che l’esecutivo ha fatto orecchie da mercante non sembra un’intimidazione? Uditi anche i toni e le parole nell’intervista alla radio. Questa convocazione bisognava estenderla a tutti gli altri sindacati della dirigenza medica, poiché l’AAROI ha posto problemi generali e non personali. Ma evidentemente si preferisce convocare il Dott. Peratoner in presenza, come annunciato alla radio, di direttori sanitari e di dipartimento, cioè di chi è gerarchicamente superiore. Non sembra forse un po’ intimidatorio? Credo che il Dott. Peratoner dovrebbe declinare l’invito poiché si tratta di un problema generale di ampia portata, che va affrontato con la più larga rappresentanza possibile di medici, e la sede giusta non è la Protezione Civile ma la 3° Commissione, dove almeno nove consiglieri sarebbero assai interessati ad ascoltare. Sempre che la maggioranza non ritenga come d’uso coprire, ovvero, come ho detto proprio l’altro ieri in aula, continuare a fare della 3° Commissione il paravento di un esecutivo intento a nascondere la polvere sotto il tappeto…..”