Cuori partigiani, pastasciutta antifascista a Turriaco (Go) promossa dalla locale sezione dell’ANPI
Sabato 24 luglio l’area sportiva di Turriaco ospita un’articolata iniziativa promossa dalla locale sezione dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) in collaborazione con l’ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica) Turriaco 1922, l’associazione Macross di Monfalcone e la Cooperativa Duemilauno Agenzia Sociale e con il patrocinio del Comune di Turriaco. In occasione dei 78 anni dalla caduta del fascismo, a partire dalle 18 si parla di accoglienza e di antifascismo, di calciatori e di partigiani.
La manifestazione si apre con la presentazione del progetto partecipato che nel 2019 ha portato alla realizzazione di un murales sulla recinzione del campo sportivo di Turriaco da parte degli ospiti del Centro di accoglienza per richiedenti asilo. Un intervento partito dalla pulizia e restauro delle superfici, da una serie di incontri formativi sui principi della Costituzione italiana e sulla storia locale, dal confronto e dalla condivisione delle idee che hanno reso possibile la traduzione in immagini di temi quali la solidarietà e la libertà, la fratellanza e la pace.
Valori che caratterizzano l’antifascismo e che hanno ispirato la scelta resistenziale di Marino Minin, giovane caduto partigiano e calciatore a cui è intitolato lo stadio di Turriaco. Nel centenario dalla nascita, si ricorda la sua figura di sportivo e centrattacco a Turriaco, a Siena e a Poggibonsi.
Le scelte e le vite di altri calciatori, tra gli altri Armando Frigo (Vicenza, Fiorentina, Spezia), Renato Marchiaro (Juventus, Nizza, Biellese), Bruno Neri (Fiorentina, Lucchese, Torino) e i friulani Severino Feruglio (Livorno, Udinese e Triestina) e Mario Sdraulig (Udinese, Bologna, Verona), vengono raccontate da Edoardo Molinelli.
Toscano e membro del collettivo Minuto Settantotto, che ha una sua rubrica fissa su Il Fatto Quotidiana, è l’autore del volume «Cuori Partigiani. La storia dei calciatori professionisti nella Resistenza italiana», nel quale le vicende dei calciatori partigiani danno un contributo alla comprensione della Resistenza come fenomeno di popolo.
L’iniziativa si conclude con una “pastasciutta antifascista”, che ripropone quanto avvenuto il 25 luglio 1943 in piazza a Campegine, allorché la famiglia Cervi decise di festeggiare pubblicamente la caduta del fascismo assieme alla gente del paese. In tempo di guerra e ristrettezze, “Il più bel funerale del fascismo” secondo una limpida definizione di Alcide Cervi.