Da psicodramma a Farsa. Meloni e Fedriga nel solco di “va tutto bene madama la Marchesa”
Fedriga: “io e Meloni vogliamo ricomporre la frattura in Friuli”. Diciamo che visto lo stato della sanità in Fvg il presidente della giunta regionale poteva scegliere altro paragone, perché la frattura, se malamente curata, potrebbe alla fine rivelarsi storta rendendo claudicante il proseguo del cammino politico della maggioranza. “Convocherò riunione di maggioranza per arrivare a una soluzione, ha quindi annunciato Fedriga lasciando Palazzo Chigi dopo l’incontro con la premier Giorgia Meloni, adesso è la volontà di rilanciare l’azione dell’amministrazione regionale”. Poi il presidente ha spiegato che il problema è solo la polemica sull’ospedale di Pordenone aggiungendo: “voglio risolvere i problemi e non alimentare polemiche. Quindi non voglio che ci sia dell’altro. Ma penso, ribadisco, che il problema lo affronteremo in modo costruttivo”. Insomma abbiamo scherzato, l’imperativo è minimizzare con lo scopo di lasciare tutto com’è, con un bel “va tutto bene madama la Marchesa” che per chi non lo sapesse, è espressione che indica la volontà di minimizzare i problemi. L’origine è in un testo francese in cui un servitore cerca di rassicurare la marchesa mentre le comunica che i cavalli sono morti nell’incendio delle stalle e dell’intero palazzo causato dal suicidio del marito. Ma tutto va bene! In realtà la partita è tutt’altro che finita, la riunione di maggioranza annunciata probabilmente avrà lo scopo di metter la polvere della discordia sotto il tappeto, ma prima o poi la sporcizia tornerà fuori e intanto a rimetterci saranno i cittadini del Fvg. Sarebbe poco male per quanti hanno votato questi signori, il problema è per gli altri che in realtà sono la reale maggioranza del “popolo”, anche se per Fedriga e probabilmente anche per Meloni & c il popolo è solo quello dei loro elettori.
Comunque sarà interessante vedere il proseguo di questa telenovela con una certezza, la tentata forzatura di Fedriga è naufragata miseramente nel ridicolo. Intanto mentre le voci della maggioranza tacciono, non così è dall’opposizione, anche se ognuno, anche quelli con medesima appartenenza partitica, esprimono la propria opinione originale e talvolta non del tutto coerente .. ma così ormai fan tutti nel mondo semiserio dei post-partiti.
Fvg: Conti (segretaria regionale Pd), Fedriga non è più intoccabile
“Tutto già scritto, tutto fasullo: crisi, dimissioni, chiarimenti. Di autentico c’è solo la fetta di posti e potere da garantire ai vari pezzi della destra, e la debolezza di un presidente che deve passare da Palazzo Chigi per gestire le questioni di casa sua. Non c’è più il presidente intoccabile e indiscutibile. Col terzo mandato verso l’archivio, è chiaro che le questioni vere e i problemi dei cittadini non sono mai stati all’ordine del giorno e continuano a restare fuori dalle priorità di questa Giunta regionale. Liste d’attesa, potere d’acquisto, crisi industriali, crollo demografico, per la destra rimangono sgradevoli argomenti da nascondere con la propaganda. Noi non aspettiamo le prossime puntate, ci prepariamo per sfidare questa destra dai piedi d’argilla”. La segretaria regionale Pd Fvg Caterina Conti commenta l’esito dell’incontro del presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi a Palazzo Chigi.
Crisi Fvg: Russo (Pd), Meloni-Ciriani rifilano a Fedriga un doppio 6/0
«Non sappiamo se a Massimiliano Fedriga piaccia il tennis che tanto appassiona gli italiani di questi tempi, ma si può tranquillamente dire dopo la giornata di oggi che il ministro Ciriani gli ha rifilato un doppio 6/0». Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale del Fvg, Francesco Russo a margine dell’incontro tra il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga e la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
«Dopo aver litigato con Fratelli d’Italia, fatto dimettere sette suoi assessori, aver tenuto per una settimana la regione impegnata a parlare della crisi della sua Giunta ventilando addirittura elezioni anticipate in autunno, oggi il presidente torna da Roma con le proverbiali pive nel sacco».
Dal suo incontro con la presidente Meloni, infatti, «non porta a casa nessun risultato a suo favore. Non la smentita delle pesanti critiche di Ciriani sulla gestione della sanità (davvero pensava che la premier sconfessasse un suo fedelissimo?), nessuna apertura sul terzo mandato (che solo lui e il presidente del Trentino difendono e che peraltro è impossibile dopo i recenti pronunciamenti della Corte) e soprattutto nessuna garanzia sul suo futuro personale che è il vero motivo dello psicodramma di questi ultimi giorni».
«Noi siamo contenti per il Fvg, per le categorie economiche e sociali che giustamente temevano una ingiustificata crisi politica anticipata. Ma purtroppo avevamo ragione quando denunciavamo la grande farsa di una maggioranza spappolata al suo interno che può far finta di aver fatto pace ma che da domani continuerà una guerra di logoramento interno per definire i rapporti di forza in vista delle prossime elezioni». Secondo Russo, «l’unica cosa certa dopo il vertice di oggi a Roma è che nel 2028 Fedriga non sarà più presidente. Speriamo, però, che non passi i prossimi due anni solo a pensare a quale altra carica candidarsi e che il centrodestra non spenda questo tempo solo a litigare.
I cittadini della regione vorrebbero un governo che pensa al loro futuro e meritano decisamente di meglio rispetto alle sceneggiate di questi giorni».
Crisi Fvg: Moretti (Pd), Fedriga ritorna da Roma a mani vuote
«Dal teatrino delle deleghe rimesse nelle mani del presidente, alla richiesta di placet sul terzo mandato, la crisi nel centrodestra si è rivelata per quel che è: tutta una grande farsa. Fedriga torna da Roma a mani vuote». È il commento del capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Fvg, Diego Moretti a margine dell’incontro tra il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga e la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
«È evidente che Meloni non ha dato le risposte che Fedriga si aspettava, quindi finirà tutto a tarallucci e vino. Le prime dichiarazioni del presidente non fanno che confermare che avevamo ragione a chiedere che venisse in Aula a chiarire la situazione ed è grave che non lo abbia fatto».
Sul terzo mandato, continua Moretti, «è palese che Meloni manterrà coerentemente la linea finora tenuta e culminata con l’impugnazione della legge della Provincia di Trento. È probabile che da domani, di terzo mandato non si parlerà chissà fino a quando. Il rammarico più forte in questa vicenda che dura da oltre un anno – conclude Moretti – è che al centro ci sono solo ambizioni personali, di partito e di una evidente lotta di potere, tutto questo messo davanti alle vere esigenze dei cittadini e di tutta la comunità regionale».
Crisi Fvg: sette assessori in cerca d’autore dopo la ricomposizione della crisi di governo
Dalle prime notizie pervenute dopo la conclusione dell’incontro fra Fedriga e Meloni veniamo a conoscenza della convergente volontà della ricomposizione della crisi che negli ultimi giorni ha interessato –e paralizzato- il Friuli Venezia Giulia. Dalle dichiarazioni del Presidente Fedriga apprendiamo che hanno fatto “passi avanti importanti” sul decreto liste d’attesa – ma perché hanno trascurato questo problema fino ad oggi? – e che non hanno parlato del terzo mandato. Dunque la crisi di governo che ha occupato tutti i mezzi e gli strumenti di comunicazione, anche nazionali, per una settimana si risolve nel nulla, dando ragione a quanti, all’opposizione e non solo, nei giorni scorsi avevano definito l’intera vicenda una commedia di una politica disinteressata dai veri problemi dei cittadini. Questi episodi allontaneranno i cittadini sempre più dalla politica, che si alimenta solo di questioni di potere fra le forze interne alla maggioranza.
Di questa confusa e maldestra vicenda rimarrà però il giudizio negativo sulla gestione della sanità in regione. Valutazione ormai trasversale agli schieramenti. Fedriga ne terrà conto, finalmente. Così si è espresso Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.
Crisi regione. Capozzi (m5s): parentesi infelice, si lavori per Fvg
“Tanto tuonò che (non) piovve! Alla fine, dunque, neppure una goccia del tanto ventilato uragano in seno al Centrodestra. Accogliamo con favore la notizia della pace fatta tra Fedriga e Meloni e, come sempre pazienti, attendiamo con ansia di comprendere se ci saranno o meno degli spostamenti in Giunta, come paventato nelle ultime ore”.
Questo il commento a caldo, in una nota, della consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle) dopo aver appreso dalle agenzie di stampa nazionali della ricomposizione in seno al Centrodestra del Friuli Venezia Giulia in seguito all’esito positivo del summit di Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e il presidente della Giunta regionale, Massimiliano Fedriga.
“Tuttavia, più di tutto ci rallegriamo – aggiunge l’esponente pentastellata – perché ora i sette assessori che avevano rimesso le rispettive deleghe al presidente Fedriga, per rafforzarlo, potranno ritornare nel pieno esercizio senza ambiguità, benché la cosa non fosse mai stata fatta nella sostanza”.
“Archiviamo così – precisa Capozzi – una parentesi davvero infelice, caratterizzata da dinamiche estranee all’Assemblea legislativa regionale, ma capace di tenere negativamente banco sulla stampa locale e nazionale, che ha avuto come epilogo un ‘accorduccio’ di circostanza che avevamo ampiamente previsto”.
“L’auspicio, a questo punto, è quello – conclude Capozzi – che si lavori per i cittadini e per il territorio, senza più ambiguità. Ma, soprattutto, che i veri problemi da affrontare (ovvero, un quadro sanitario preoccupante, crisi industriali dilaganti e troppe famiglie in difficoltà economiche) trovino concretamente una soluzione”.
Patto per l’Autonomia-Civica FVG: «Crisi risolta in farsa, Fedriga ostaggio di Fratelli d’Italia»
«Come abbiamo denunciato fin dal momento in cui è arrivata la notizia della remissione delle deleghe da parte di 7 Assessori, il teatrino inscenato dal Presidente Fedriga si è dimostrato una farsa, peraltro di pessima qualità – commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia – Civica FVG Massimo Moretuzzo assieme ai Consiglieri Enrico Bullian, Simona Liguori, Giulia Massolino e Marco Putto dopo aver appreso dalla stampa gli esiti dell’incontro tra Fedriga e Meloni a Palazzo Chigi finalizzato a trovare un accordo in seguito alla crisi aperta nella maggioranza in Regione –. Dopo giornate passate a tentare di giustificare le dimissioni/non dimissioni degli Assessori e gli scambi di accuse pesanti fra le diverse anime del centrodestra, ora arriva la notizia di un accordo romano fra la Presidente del Consiglio Meloni e il Presidente Fedriga, che prelude al proseguimento del governo regionale. È evidente che, se di accordo si tratta, sarà necessario capire quali sono i termini di questo accordo e soprattutto quali saranno le conseguenze sull’Amministrazione regionale, in particolare sul tema della Sanità visto che il mirino di Fratelli d’Italia è stato puntato soprattutto sull’Assessore Riccardi».
«Visto che il tema del terzo mandato è di fatto archiviato, quale sarà l’agibilità politica di Massimiliano Fedriga? È evidente che senza una risposta su questo tema, il Presidente è ostaggio delle pressioni di Fratelli d’Italia e che i Ciriani, indifferentemente ministro o europarlamentare, daranno del filo da torcere a un Presidente che viene salvato solo da accordi di potere siglati a Roma – concludono i Consiglieri di Patto per l’Autonomia-Civica FVG –. Alla faccia dell’Autonomia e del federalismo di bossiana memoria».
Pellegrino (AVS): Crisi FVG: le dispute tutte interne al cdx vanno a scapito del territorio e dei suoi abitanti
“Apprendere esclusivamente dalla stampa quale sia la situazione politica e istituzionale della regione FVG, bypassando i luoghi deputati alla comunicazione istituzionale, è un affronto nei confronti di chi rappresenta i cittadini in Consiglio Regionale. In una democrazia rappresentativa le richieste di informativa, verso chi governa, vengono concesse per trasparenza nei confronti di chi ha eletto i propri referenti istituzionali.” Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino Alleanza Verdi e Sinistra a seguito delle agenzie di stampa che sono uscite dopo dell’incontro tra il presidente della Giunta regionale Fedriga e la prima ministra Giorgia Meloni. “Abbiamo assistito a una settimana caratterizzata da un teatrino politico e mediatico dove gli assessori della Lega, quelli del gruppo di Forza Italia e a quelli di riferimento della lista del presidente, hanno rimesso in modo fittizio, senza mai formalizzarle, le proprie deleghe al presidente Fedriga che, invece di presentarsi in Aula per spiegare il perché di una crisi, si è trincerato fino a quando non ha ottenuto un incontro a Roma con la quarta carica dello Stato. Esito della conversazione? Cercare di risolvere il problema delle liste d’attesa del servizio sanitario nazionale. Siamo stati su tutte le testate giornalistiche regionali e nazionali dove, tra dichiarazioni più o meno esplicite, si è discusso di crisi di governo in FVG dettato da due grandi argomenti: terzo mandato del presidente per la regione autonoma FVG e situazione sanitaria dell’Azienda del Friuli Occidentale, tirata in ballo dal Ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il tutto infarcito da accuse reciproche esclusivamente interne alla maggioranza. I vari protagonisti – incalza l’esponente Rosso Verde – sono stati incuranti dei gravi problemi che affliggono il nostro territorio. Salute, infrastrutture, scuole, ambiente, cultura, settore produttivo, agricoltura, tutti temi che sono stati derubricati e accantonati di fronte al grande problema del terzo mandato da concedere a un Presidente di regione che auspica di scaricare l’alleato facinoroso in caso di elezioni anticipate. Questo è quello che accade quando si concentra troppo potere, e per troppo tempo, nelle mani di poche persone e la legge elettorale che prevede l’elezione diretta del presidente è il miglior strumento per farlo accadere.” Conclude Pellegrino “Mi auguro che questa crisi si risolva nel più breve tempo possibile o con il ritorno alle urne, oppure con un cambio di passo che veda finalmente gli interessi delle persone al centro di un dibattito politico costruttivo e non centrato su interessi di pochi.”