Decaduto il Direttivo regionale dei Cittadini: scaricato Bruno Malattia, la parola all’Assemblea dei soci

Era una crisi preannunciata da tempo quella dell’’associazione “Una Regione in Comune” meglio nota come Cittadini che ora si è concretizzata con una “politicamente” drammatica rottura con una aperta sfiducia nei confronti di quello che viene definito l’ex presidente Bruno Malattia: da ieri sera, lunedì 14 novembre, si legge in una nota  l’associazione “Una Regione in Comune” (Cittadini) non ha più un Consiglio Direttivo: quattordici componenti (tra cui due dei quattro vicepresidenti, il segretario-tesoriere, entrambi i consiglieri regionali, l’unico sindaco dei Cittadini in Fvg e diversi consiglieri comunali) hanno rassegnato le dimissioni che unite a quelle già presentate nelle settimane scorse da un altro membro dello stesso Direttivo hanno fatto decadere l’intero Consiglio inizialmente composto da 30 persone. Secondo lo Statuto dell’associazione (articolo 19), infatti, “qualora non resti in carica la maggioranza del Direttivo, l’intero Consiglio decade e deve essere convocata senza indugio l’Assemblea dell’associazione affinchè proceda alla nomina del nuovo Consiglio Direttivo”. «La legge, il nostro statuto e la democrazia – hanno spiegato i quattordici dimissionari – prevedono ora che sul futuro di un movimento, che tra le altre cose gestisce migliaia di euro di fondi pubblici, si esprima l’assemblea dei soci. Qualunque decisione presa e qualsiasi posizione politica assunta pubblicamente d’ora in avanti e per conto del vecchio Direttivo non ha alcuna validità giuridica e meno che meno politica. Le prese di posizione dell’ormai ex presidente Bruno Malattia lette oggi su alcuni quotidiani vanno considerate come una riflessione fatta a titolo personale e non certamente in rappresentanza di un’associazione che nell’ultima assemblea del maggio scorso, lo ricordiamo, ha votato all’unanimità (ovvero compreso Malattia) una linea politica precisa, ben diversa da quella oggi sponsorizzata da Malattia, che colloca i Cittadini saldamente nell’ambito del centrosinistra, accanto alle forze politiche che tradizionalmente lo compongono. Le nostre dimissioni – hanno sottolineato i quattordici – sono arrivate al termine dell’ennesima discussione dove Malattia, alzando ancora una volta i toni con un inaccettabile autoritarismo volto a svilire chi non la pensa come lui, ha volutamente creato un clima da stadio, arrivando a proporre, senza accettare la minima mediazione, una linea politica (alleanza di centrosinistra senza M5S e Open Fvg oppure Cittadini nel terzo polo) che sovverte completamente le indicazioni ricevute dall’assemblea. Per quanto ci riguarda, l’ipotesi di sedersi al tavolo delle trattative in vista delle elezioni del 2023 soltanto con il PD e Azione escludendo la presenza del M5S e delle altre forze politiche di sinistra non è la soluzione adatta per creare una coalizione potenzialmente vincente. Semmai si tratta di una proposta divisiva e irrealizzabile, frutto di calcoli opportunistici e di pressioni politiche esterne alle quali Malattia ha ceduto. L’idea di percorrere una strada che porti i Cittadini ad allearsi con il Terzo polo per confluire in Azione al di fuori del centrosinistra rappresenta una parte minoritaria del nostro movimento che, al contrario, sin dalle origini ha sempre mantenuto un profilo civico di centrosinistra. Questa è la nostra identità sulla quale continueremo a costruire il futuro del movimento. Ci dispiace non essere stati ascoltati in tutto questo tempo e, soprattutto, che Malattia abbia rigettato le innumerevoli proposte da noi avanzate per cercare una sintesi tra i diversi punti di vista. Non ci siamo dimessi dai Cittadini ma soltanto dal Direttivo dell’associazione – hanno concluso i quattordici – con lo scopo di riportare in Assemblea, che è l’organo sovrano, ogni decisione che va presa democraticamente tenendo conto della volontà degli iscritti. Continueremo a difendere i valori del civismo del civismo e l’indipendenza dei Cittadini da qualunque partito o lobby che cerchi maldestramente di impossessarsene».

SOTTOSCRITTO DAI SEGUENTI DIMISSIONARI:

Tiziano Centis (consigliere regionale)

Simona Liguori (consigliere regionale)

Marco Putto (vicepresidente)

Claudio Verdimonti (vicepresidente, segretario e tesoriere)

Alberto Bernava (consigliere)

Cristina Bomben (consigliere)

Fabia Cabrini (consigliere)

Marco Chiozza (consigliere)

Paolo Cimarosti (consigliere)

Biagio Giaccone (consigliere)

Lucia Mariano (consigliere)

Tiziana Mucci (consigliere)

Elena Parisi (consigliere)

Francesco Scano (consigliere)