Democrazia a la carte
Capisco, la priorità non c’è dubbio vada data alla carneficina provocata da Putin & C. in Ucraina. Ma al di là del fatto che come si ripete inutilmente ci sono parecchie altre guerre in giro per il pianeta, ci sarebbero anche altre questioni che meriterebbero una maggiore attenzione.
E’ di questi giorni la notizia che la Corte Suprema inglese ha confermato la decisione di poter estradare nientemeno che negli Stati Uniti Julian Assange. Che il Regno Unito abbia sempre un occhio di riguardo nei confronti del suo alleato per eccellenza, è risaputo; dunque non c’è nemmeno da essere eccessivamente sorpresi dalla sentenza. Che poi tale sentenza faccia ribrezzo, è altra e diversa faccenda. Giusto per dirne una, gli Usa hanno assicurato che il carcerato sarà trattato secondo quanto stabilito dalle convenzioni internazionali e che nei suoi confronti non ci sarà alcun accanimento. Ahh, beh, allora possiamo stare tranquilli; esempi come Abu Graib, Guantanamo, Bagram, sono lì apposta a rassicurarci. Tanto quanto il fatto che, ad ulteriore garanzia, la popolazione carceraria degli Usa è pari a circa 2.300.000 persone; anzi, galeotti. Questa cifra rappresenta la percentuale di persone in galera più alta in assoluto del mondo; praticamente ogni 146 abitanti, uno soggiorna in cella. Facendo due conti, sarebbe il 25% dell’intera popolazione carceraria del pianeta pur rappresentando solo il 5% degli abitanti della terra. Ci sarebbe da chiedersi se gli statunitensi abbiano una particolare predisposizione al crimine, ma poi uno comincia a farsi alcune domande. Tipo; come viene gestito il sistema carcerario negli Usa e chi sono i suoi “frequentatori abituali”? partiamo dalla seconda domanda. La stragrande maggioranza dei galeotti sono rappresentati dalle minoranze, in particolare ispaniche e nere. Che sono anche ovviamente le minoranze meno abbienti e, appunto, minoranze rispetto alla popolazione bianca. Quanto alla gestione delle carceri, è soprattutto dagli anni ’80 che i privati sono entrati nel business sostituendo il pubblico. Buona parte dell’incremento del numero dei reclusi, è dovuto all’inasprirsi delle pene che da quel decennio hanno colpito in particolare i reati di droga pescando a piene mani naturalmente tra i poveracci. Tutto ciò per avere un piccolo assaggio di quanto le prigioni negli Stati Uniti possano essere una garanzia di trattamento umano. Si sa che ogni affare per essere tale, debba tagliare il più possibile ciò che viene interpretato come superfluo. Non so, tipo la qualità del cibo che effettivamente e a quanto pare, fa piuttosto schifo. Oppure la limitazione del personale che costa e dunque si punta ad una gestione “decisa” che limiti qualsiasi necesità di incrementare il numero dei secondini. Anche su questo punto, pare che la violenza all’interno delle carceri sia, per usare un eufemismo, diffusa. Però, al nostro imputato, Assange, è escluso possa venire applicate la pena di morte. Chiaro, altrimenti l’estradizione non sarebbe semplicemente possibile. E’ stato fatto di tutto per riuscire a trovare un motivo per poter incarcerare, in attesa appunto dell’estradizione, Assange è stato accusato di violenza sessuale poi dimostratasi inesistente da un paio di donne in Svezia, accusa terribile per un difensore della libertà, non a caso. Si comincia sempre così, a distruggere l’immagine dell’accusato per poi dimenticarsi dell’inconsistenza delle prove, ma tant’è, intanto il soggetto è in galera ed il più è fatto. Una parte della condanna, peraltro mai sentenziata da alcuna corte, Assange l’ha già preventivamente scontata con circa sette anni di clausura, ospite dell’ambasciata ecuadoriana in Svezia dove ha vissuto praticamente in una stanzetta. Cioè in pratica…in galera, fino a che un tale che porta un nome di cui non sarebbe degno, Lenin Moreno, allora Presidente dell’Ecuador, non ha deciso di cacciarlo da quell’unico rifugio e di consegnarlo alle autorità britanniche che a loro volta lo hanno sbattuto in galera fino ad oggi. Ma al di là del fatto che Assange rischia negli Usa l’equivalente di circa due ergastoli, ciò di cui ci si dimentica frequentemente, è che lo si accusa, e condanna, per avere detto semplicemente rendendola pubblica, la verità. Ed è questo il punto più pazzesco, essere condannati per avere reso pubblici i crimini, dimostrati da solide prove, di parecchi Stati ed in particolare, guarda caso, degli Stati Uniti. L’accusa è di diffusione di segreti di Stato, dimenticandosi che quei segreti vengono mantenuti tali proprio perchè rappresentano il lato più oscuro e altrimenti inconfessabile di quanto di sporco e infame i governanti, appunto lo Stato, esercitano sui propri cittadini; in questo caso che si possono chiamare i loro sudditi.
Quello stesso Stato che si vendica in questo modo su chi ne ha scoperchiato le sue infamie. Insomma, la più trasparente applicazione di quella stessa democrazia che poi avremmo persino la pretesa di andare a diffondere a suon di bombe in giro per il pianeta. Signori prego, accomodatevi al tavolo della democrazia; quanta ne volete? Che faccio, incarto? C’è davvero nessuno che abbia qualcosa in proposito da dire? Docbrino