Disinfestazione zanzare a Udine. Patto per l’Autonomia: «Attività inefficace allo scopo. Servono interventi larvicidi»

«Di fronte a una situazione che certamente non va sottovalutata e che richiede azioni ragionate, meticolose e programmate, la disinfestazione contro le zanzare a Udine, senza che vi sia riscontro ufficiale di focolai e casi umani, ci sembra un intervento esagerato e inefficace». Così Stefania Garlatti-Costa, componente del direttivo del Patto per l’Autonomia e della Comunità del Patto di Udine, interviene sulla questione dell’attività di disinfestazione anti West Nile/Usutu programmata per questa notte (29 agosto) nel capoluogo friulano su un raggio di 4 chilometri partendo da viale Venezia, punto in cui è stato rinvenuto il piccione infetto che ha fatto scattare l’allarme. «Il Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (le malattie virali trasmesse da artropodi come zanzare e zecche, ndr) prevede l’uccisione degli adulti di zanzara come misura estrema, solo in presenza di focolaio di 2 o più casi umani di malattia neuroinvasiva da West Nile, per un raggio di 200 metri dal punto zero di contagio e procedendo casa per casa, e in ogni caso non in ambiente rurale. In caso di riscontro della malattia in animali, come accaduto in una singola istanza a Udine, il Piano prevede invece che i Comuni si attivino innanzitutto con trattamenti larvicidi di caditoie e tombini nei luoghi pubblici, e che le Regioni possono valutare interventi straordinari adulticidi intorno agli ospedali e case di cura dove ci sono persone a rischio. Stanotte invece, a Udine, saranno trattate tutte le zone di verde pubblico della città, quali le vie alberate, i parchi, i cimiteri e le aree verdi, in assenza di focolai animali o contagi umani. Se una zanzara infetta – possibile vettore di virus – si trovasse in un giardino privato, non sarebbe colpita. L’intervento, che di biologico ha ben poco, è una misura esagerata – colpirà tutti gli insetti e piccoli animali – e inefficace allo scopo», ribadisce Garlatti-Costa, che chiede: «Perché non si è seguito il protocollo ufficiale contro le Arbovirosi? Forse per dare l’impressione che la Regione si attivi, quando per mesi in realtà non si è attivata affatto con le auspicabili misure di prevenzione, quali gli interventi larvicidi? E perché non si informa adeguatamente la popolazione che siano eliminati i ristagni di acqua nei giardini, trattando le aree non raggiungibili, come da Piano?». «Quello di stanotte – conclude – non sarà un intervento da poco per l’ecosistema, anche se i comunicati dell’Assessore alla Salute ne minimizzano l’impatto: la cipermetrina che verrà utilizzata ha effetti su tutti i principali gruppi di insetti ed è altamente tossica per le api e i lepidotteri, rimanendo sulla superficie delle foglie per più di tre giorni».