Disturbi mentali, in Italia ne soffre 28% popolazione Fenomeno in crescita in 18-34enni, donne in gravidanza e dopo parto

Il 28% della popolazione italiana soffre di disturbi mentali, un dato in crescita di 6 punti rispetto al 2022. È quanto emerge da una indagine Ipsos. Storicamente trascurata nel panorama sanitario nazionale, la salute mentale si conferma una priorità da affrontare per il Paese ed è al centro dell’Agenda 2025 per istituzioni, policymaker e clinici. Dall’introduzione del bonus psicologo al potenziamento dei servizi territoriali, sono numerose le azioni previste per rispondere a una vera e propria emergenza, emersa nella sua urgenza ancor più dopo la pandemia.

“La priorità- ha commentato Alberto Siracusano, professore emerito di psichiatria Università di Tor Vergata e coordinatore tavolo tecnico salute mentale- è creare una nuova cultura della salute mentale. Il nostro lavoro si è basato soprattutto sull’ascolto e il confronto con diverse realtà in tutto il territorio italiano sulle problematiche della salute mentale sia a livello di regioni sia di istituzioni e società. Per questo abbiamo sviluppato degli Hot Points tematici, come quello dedicato alla transizione dall’età evolutiva all’età adulta che rappresenta una situazione particolarmente delicata e problematica e che riguarda la salute mentale dei giovani e delle famiglie”.

“Inoltre- ha aggiunto Siracusano- stiamo affrontando anche la possibilità di sviluppare un’attenzione particolare sulla salute mentale di genere e quindi alla depressione peripartum. Il frutto di questo lavoro confluirà in parte in raccomandazioni e iniziative del ministero della Salute, altre saranno incluse nel Piano nazionale della salute mentale. Stiamo infine definendo anche delle linee guida sulla depressione”.

In Italia la depressione, e in particolare la depressione maggiore, rappresenta una delle grandi emergenze in ambito salute mentale. “Questo- ha evidenziato Eugenio Di Brino, ricercatore Altems, Co-founder & partner di Altems Advisory, Università Cattolica del Sacro Cuore- è dovuto sia per l’impatto dei numeri, parliamo infatti di circa 5.000 euro per paziente di soli costi diretti sanitari consapevoli che il 70% dei costi totali sono costi indiretti, sia perché molto spesso è una patologia silente che tende ad isolare anche le persone ed abbattere il livello di aderenza alle cure e ai trattamenti. Investire in programmi di prevenzione e diagnosi precoce aiuta non solo il paziente ma anche il Servizio sanitario nazionale e il sistema produttivo del nostro Paese tenendo presente che in Italia, una quota contenuta di adulti, poco più del 6%, riferisce sintomi depressivi e percepisce compromesso il proprio benessere psicologico per una media di quasi 16 giorni al mese”.

L’ampio spettro delle patologie riconducibili all’ambito della salute mentale interessa in Italia circa 16 milioni di persone. Prevenzione e approccio olistico possono contribuire a contrastare un fenomeno in crescita soprattutto nelle persone nella fascia di età 18-34, nelle donne in gravidanza e nel primo anno dopo il parto. Un numero, questo, destinato ad aumentare, un fenomeno non sempre facile da riconoscere e che impatta anche sulle famiglie e sulla rete di relazioni che ruotano intorno ad ogni singola persona affetta da queste forme di disagio. Relazioni sulle quali incidono inevitabilmente le conseguenze di malattie spesso invisibili, oggetto di stigma e a volte difficili da diagnosticare.

Sul tema ha acceso un faro la presidente di Progetto Itaca, Felicia Giagnotti. “La malattia mentale di una persona cara all’interno della famiglia travolge radicalmente la quotidianità e la serenità di tutti i membri della famiglia stessa. Molti caregiver, prevalentemente donne, sono costretti ad abbandonare il lavoro e a ridurre il tempo per sé. Talvolta tutto ciò provoca sofferenza e disagio che può trasformarsi anche in depressione. È necessario sostenere il care giver sia con supporti economici quando necessario, sia rafforzando il collegamento tra famiglie strutture territoriali e terzo settore in modo che la persona con problemi di salute mentale accanto alla cura possa trovare spazi di inclusione e di socialità alleggerendo il carico famigliare”. La giornata si è conclusa con l’impegno comune di istituzioni, esperti e associazioni di pazienti a promuovere una nuova cultura della salute mentale in modo innovativo e attraverso una visione olistica che abbracci tutta la persona grazie ad un approccio ‘One mental health’. L’incontro di oggi ha offerto l’occasione per affrontare temi delicati e complessi, come le nuove
psicopatologie legate alla transizione adolescenziale, la depressione peripartum, l’importanza dell’integrazione tra ospedali e territorio, gli interventi necessari per superare lo stigma di cui troppo spesso sono oggetto i pazienti affetti da problematiche legate alla salute mentale e rappresenta l’occasione per un confronto sui livelli di assistenza regionali.