Docenti, nessuna fuga dal Fvg: in un anno solo 70 trasferimenti al sud. Problema è la mancata stabilizzazione
I rituali e strumentali annunci di fughe dalle scuole ed esodi verso Sud sono nuovamente smentiti. A fronte di un organico regionale di oltre 15 mila docenti e di 1.370 domande di trasferimento presentate, risultano esserne state soddisfatte poco più di 600 (meno del 5%). Anche le direttrici dei trasferimenti e degli arrivi smentiscono nei fatti la presunta fuga al sud degli insegnanti, immagine appartenente al repertorio immaginifico dei lontanissimi anni Sessanta. Su 600 docenti trasferiti, sono infatti soltanto 100 quelli in uscita dalla regione, di cui appena 70 diretti al sud, ovvero l’11% delle domande di trasferimento accolte. Considerando che gli istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia sono oggi 157, l’impatto è del tutto irrilevante.
Possibile che questi numeri possano compromettere la continuità didattica nelle nostre scuole? Evidentemente no. Non ci sono basi logiche per sostenere la necessità di introdurre nuovi vincoli per la mobilità del personale scolastico. Le spinte politiche in questa direzione, che si manifestano anche nella nostra regione, configurano piuttosto l’abuso strumentale del valore della continuità didattica, peraltro da noi riconosciuto con forza.
Ben più efficaci degli inutili vincoli, andrebbero piuttosto attivate misure tese a riequilibrare le attribuzioni in capo ai dirigenti scolastici e ai consigli di Istituto per la gestione dei criteri per l’assegnazione dei docenti alle classi. Soprattutto occorre considerare che è la mancata stabilizzazione del personale precario il principale fattore alla base dei continui rimescolamenti annuali sulle cattedre.
Scenario che si ripeterà quest’anno. Infatti, a fronte dei circa 600 trasferimenti approvati, i posti che restano vacanti, dunque privi di docente titolare, da affidare ai supplenti sono più del doppio: ben 1.300, con i numeri più alti nelle scuole superiori e primarie e oltre 500 cattedre vacanti solo nel territorio di Udine. Considerando le ulteriori assegnazioni legate alle centinaia di posti in deroga sul sostegno, è lecito ipotizzare in almeno 3.000 il numero totale di cattedre da coprire.
Una seria discussione non può che partire da queste basi per dare risposte al tema, prima di ogni altra strumentalità. La mobilità del personale non solo è un diritto contrattuale, ma non pregiudica affatto, numeri alla mano, la qualità del sistema scolastico regionale e il diritto allo studio. Chi esercita il diritto di trasferirsi deve sentirsi libero di poterlo fare e non può essere rubricato né fra i privilegiati, né fra i fattori di negatività del sistema.
Ecco perché chiediamo ai cittadini e in particolare a docenti e studenti, che giustamente esigono la stabilità del personale e leggono preoccupati questi dati, chiediamo di sostenere il sindacato nelle sua giusta e coerente rivendicazione di stabilizzazione di tutto il personale precario e di revisione complessiva del sistema di reclutamento.