Domani manifestazione a Trieste in difesa del diritto di proteggere il territorio dalle Grandi Opere Inutili

Domani, Lunedì 4 novembre, dopo mesi di attesa, si riunirà la IV Commissione Ambiente della Regione FVG.  In tale occasione l’Assessore all’Ambiente del FVG Fabio Scoccimarro svelerà le intenzioni della Giunta Regionale sulle Grandi Opere previste sul corso del Tagliamento, in particolare sul cosiddetto ponte-diga previsto tra Spilimbergo e Dignano. Proprio per questo è stata lanciata una manifestazione (ore 9,30) sotto al Consiglio Regionale  per accogliere la politica regionale e non solo e rendere chiaro che la popolazione e i comitati non faranno un passo indietro nella difesa del territorio dalle Grandi Opere Inutili. Nonostante la repressione e l’arroganza con cui si vorrebbero imporre infrastrutture non necessarie e devastanti sulle comunità. Saranno presenti in commissione non solo i membri della IV Commissione Permanente ma anche la Vice Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia e Gianpaolo Bottacin, Assessore all’Ambiente, Clima, Protezione civile, Dissesto idrogeologico della Regione Veneto. Inoltre, si è riusciti ad ottenere la presenza e l’audizione dei rappresentanti dei principali comitati del territorio friulano attivi sul tema. Da quando la mobilitazione per un Tagliamento Libero è iniziata, si legge in una nota dei comitati,  sono passati pochi ma intensissimi mesi.  In poco meno di mezzo anno si è riusciti a rendere il tema della tutela dell’ultimo fiume alpino libero prioritario, obbligando stampa e politica ad esprimersi sul tema. Mentre sempre più consigli Comunali e comunità del territorio si stanno esprimendo contro la delibera 530 della Giunta FVG, che aveva dato via al progetto della Diga tra Spilimbergo e Dignano, la comunità scientifica internazionale ha preso posizione”.  Va detto che più di 400 scienziati e scienziate di tutto il mondo hanno aderito ad un appello, promosso dal Centro di Riqualificazione fluviale, per lo “stop immediato e un cambio di rotta”,
chiedendo “alla Regione e agli altri enti competenti una seria valutazione di alternative, dando priorità a quelle che non alterino le caratteristiche morfologiche uniche di questo fiume, come peraltro richiesto dalla Direttiva Alluvioni. È fondamentale infatti che venga preservata la sua connettività longitudinale per la fauna e per i sedimenti, garantita la tutela del fiume e dei suoi affluenti e, non da ultimo, assicurato il coinvolgimento della popolazione nelle decisioni sul Tagliamento”.  per tutre queste ragioni la giornata di mobilitazione di domani c’è da ritenere possa essere  fondamentale perchè  la Giunta Regionale FVG dovrebbe dare spiegazioni riguardo le progettualità di Grandi Opere sul territorio. Lumi tanto più necessari dopo la confusione scaturita dalle dichiarazioni, del 16 luglio 2024, della stessa Giunta a riguardo di un ipotetico ponte diga in sostituzione della traversa. Rispetto a solo 6 mesi fa fattibilità delle Grandi Opere Inutili prospettate dalla Giunta FVG sul Tagliamento appare seriamente compromessa. Nonostante ciò non si può ignorare che solo attraverso una mobilitazione costante e decisa della popolazione del territorio si può mettere la parole fine una volta per tutte a questi progetti. Dando invece inizio ad una nuova fase, frutto della molteplicità di conoscenze ed esperienze emerse, che vada realmente ad affrontare le problematiche rispettando il fiume. Mobilitazione che deve fare conto con il crescente clima di repressione ed intimidazione verso qualsiasi azione di dissenso e protesta. Il recente via libera del Tar del FVG alla Danieli per l’accesso ai dati dei più dei 21.000 firmatari della petizione contro l’acciaieria, che il colosso friulano dell’acciaio avrebbe voluto costruire sulla laguna di Marano, è emblematica di questo clima (anche se bisogna dire che la Regione Fvg ha presentato ricorso al Consiglio di Stato). In ogni caso è chiaro che la pretesa di avere nomi ed anagrafiche dei firmatari di una petizione sia atto intimidatorio che mira a minare alla base uno degli strumenti di partecipazione popolare più diffusi ed utilizzati. Segnale che non è isolato. Basti pensare al decreto legge 1660, che andrebbe a colpire pesantemente la possibilità di mettere in atto un qualsiasi tipo di protesta pubblica, andando a criminalizzare in particolare l’opposizione ad opere pubbliche strategiche (come sarebbe il ponte diga) prevedendo una pesante pena carceraria.  Ache sui questi temi  è stata lanciata la manifestazione sotto al Consiglio Regionale

Link appello : https://www.cirf.org/tagliamento-la-comunita-scientifica…/