Elly Schlein a Udine: “Io sogno un Pd ecologista, e femminista che si batta su diseguaglianze, clima e precarietà”
La sala del Teatro San Giorgio di Udine era completa in ogni ordine di posti tanto che più di qualcuno non è riuscito ad entrare. Insomma un bagno di folla a Udine per Elly Schlein, in corsa per diventare segretaria nazionale del Pd. “Vi ringrazio per essere venuti qui, siete tantissimi – ha commentato Schlein in apertura del suo discorso di circa 45 minuti declamato a braccia guardando solo sporadicamente il quadernetto con gli appunti davanti ad un pubblico variegato che attraversava tutte le generazioni. Da chi aveva sulle spalle anni di militanza ad alcuni giovani giustamente incuriositi da quella che sembra essere, e probabilmente lo è, la più autentica novità di queste primarie. “Insieme possiamo costruire una nuova sinistra, un Partito Democratico davvero vicino ai bisogni di chi sta soffrendo di più, – ha spiegato Schlein. Il nostro Paese sta vivendo un momento difficile e dobbiamo, necessariamente, affrontare temi e argomenti che con le crisi economica e pandemica si sono acuiti. Dobbiamo superare le disuguaglianze, prenderci cura della salute delle persone, investire sulla scuola pubblica, ricucire il Paese”. Temi soprattutto quello della salute sul quale Schlein si è soffermata per ribadire la validità di una sanità pubblica e universale. “Sogno un partito che torni ad essere popolare – ha spiegato – , vicino alle persone che stanno peggio, guidato non da un uomo o una donna sola al comando, un partito che si fidasse maggiormente della sua base. Se abbiamo la parola democratico nel nome dobbiamo essere democratici anche all’interno”. “Non ci serve un Partito degli eletti, dobbiamo invece ritrovare motivazione e speranza”. “Vogliamo cambiare metodo per davvero. Io da sola comunque non basto se questa cosa non la facciamo insieme, non mi accontenterei di un centimetro di meno. So che c’è tanta gente che ha voglia di rimboccarsi le maniche nonostante la crisi di questo partito”- ha continuato Schlein. Tra i punti toccati dalla candidata dem c’è anche la legge elettorale: “Bisogna cambiarla ed estendere il diritto di voto ai fuori sede che sono 5 milioni di persone”. E poi ha aggiunto: “Finché non ci riusciremo, davanti ad una lista bloccata il partito deve fare le primarie per scegliere chi ci sta dentro, perché voglio guidare un PD in cui si premiano le persone più competenti e non le più fedeli ai capi di turno”. “La nostra mozione è un progetto collettivo, che non a caso si chiama “Parte da noi”, e nasce per ricucire proprio le fratture di questi anni. Ricostruire un ponte tra le migliori energie che ancora sono dentro al Pd, e tutte quelle persone che se ne sono andate e stanno tornando. Dobbiamo rianimare i circoli come luogo di dibattito in cui ricominciamo a riascoltarci e del resto, le nostre assemblee, come quella di oggi, sono bellissime anche per questo motivo, sono tutte ricongiungimenti familiari. Il Pd può tornare a essere una comunità larga e accogliente, se riscopre i suoi valori fondanti, e li riadatta al mondo che viviamo”. “Servono i valori di sempre, ha continuato Elly Schlein, ma serve anche una sinistra nuova. Ecologista, e femminista. Capace di ascoltare, parlare la lingua delle mobilitazioni delle giovani generazioni, di chi considera inscindibili diritti sociale e civili, di chi ha capito che la sfida è proprio quella di tenere insieme le lotte. Il lavoro, l’emergenza climatica, le diseguaglianze sociali. Io sogno un Pd che si batte con questa visione”. “Ecco, la visione del futuro che parte da noi parte esattamente da tre sfide cruciali che le deste non nominano mai potete starne certi: diseguaglianze, clima e precarietà. È come se vivessero in un altro Paese, le diseguaglianze sono rimosse e vale solo il merito, anzi. Ma come si fa parlare di merito se non si garantisce a tutte e a tutti uguali opportunità di partenza? si è domandata retoricamente Elly Schlein. “Chi pensa che i temi che portiamo nella discussione siano troppi radicali, non so dove viva. Sulle tavole delle famiglie italiane, per prime quelle su cui il caro bollette ha pesato di più, si parla di crisi, di salari, di clima. Su quelle di chi ha i privilegi per stare al caldo, non lo so”. “Serve un cambio di visione, e servirà anche recuperare credibilità con un cambio del gruppo dirigente, ha concluso la candidata alle primarie, le Politiche di settembre però ci hanno detto chiaramente che è mancato il campo dell’alternativa, e questo non può esistere senza la comunità democratica, e senza un Pd che ricominci a fare il suo mestiere, ovvero stare dalla parte dei più fragili. L’ho visto anche in campagna elettorale, la base è quasi sempre più avanti di quanto non si creda”.