Emergenza Laguna e litorali, altro che “bandiere blu”. Nuove foto mostrano altra storia, una brutta storia di inquinamento e pressapochismo/ Gallery in calce

Bandiera Blu confermata anche per il 2019 alle acque di Lignano Sabbiadoro e Grado, insomma le spiagge di quello scorcio di Alto Adriatico che comprende anche la Laguna di Marano continuano ad essere considerate spiagge eccellenti e probabilmente lo sono per qualità di servizi ed accoglienza secondo i criteri della FEE (Foundation for Environmental Education – Fondazione per l’Educazione Ambientale). Ma c’è un problema, anche se tra i criteri presi in considerazione c’è anche la qualità delle acque di balneazione, questa viene monitorata da Arpa che più volte negli ultimi tempi è stata indicata come non completamente affidabile. Intendiamoci, nessun dubbio sui campionamenti effettuati o sulla competenza scientifica, ma qualche dubbio sui controlli non effettuati o sulle aree e giornate scelte per i campionamenti, dato che correnti marine, fondali più o meno protetti e mille altre variabili possono incidere sui risultati. Del resto Arpa fa quello che può con quello che possiede ed in tempi di risparmi il rischio che si lasci indietro qualcosa esiste, magari…. involontariamente. Ma non è questo il vero problema in quanto negli ultimi mesi, anche dalle colonne del nostro giornale, sono state evidenziate parecchie problematiche relative all’efficienza della depurazione delle acque come del resto denunciato in più occasioni anche a livello politico. In vari articoli abbiamo pubblicato immagini che dimostravano come troppo spesso il depuratore di Lignano fosse inattivo o comunque in “difficoltà” nello smaltire liquami e acque reflue, mentre rassicurazioni arrivavano dall’ente gestore che parlava di rare problematiche relative alla manutenzione straordinaria e alla necessità di provvedere ad alcuni sversamenti tecnici temporanei e di scarso impatto. Il problema è che queste problematiche, più che straordinarie o episodico sembrano abbastanza costanti. Noi non siamo tecnici, ma ci vediamo bene e le foto aeree che nel tempo abbiamo visionato raccontano altra storia. Le più recenti sono quelle scattate meno di un mese fa, il 18 aprile. Dall’esame di quei fotogrammi che riportiamo in gallery cliccabile, si può dedurre facilmente che la nuova linea biologica di recente costruzione, del depuratore non è in funzione o almeno non lo era il 18 aprile e anche in occasioni precedenti. Fatte visionare da personale esperto ci spiegano che dalla colorazione delle vasche di trattamento si deduce che l’aerazione non è da tempo attiva, come pure che il relativo sedimentatore risulta vuoto e senza i pacchi lamellari. Quello che sembra attivo è la parte della vecchia linea di ossidazione a turbine di potenzialità di circa 400 mc/h, che alimenta un sedimentatore circolare. La conclusione è che risulta parzialmente trattata solo una portata quantificabile in circa il 20% della necessaria potenzialità dell’impianto. Dalle foto invece nulla si può dire sulla eventuale disinfezione dei liquami. Risulta anche manifesto lo scarico in laguna evidenziato dalle bolle gassose in superficie e dal pennacchio fangoso sul fondo. Andando poi a rileggere i nostri stessi articoli e quelli di altra stampa, i comunicati del Cafc e del Movimento 5 stelle che della questione si è occupato a più riprese. il quadro appare abbastanza desolante. Le denunce in conferenza stampa del gennaio scorso del consigliere pentastellato Cristian Sergo e del biologo Cristiano Mauro, l’interrogazione di Sergo e la risposta dell’Assessore all’ambiente Scoccimarro e del Direttore Centrale De Alti, si sperava potessero risolvere una questione che ora rischia di scoppiare in tutte le sue potenzialità negative ai vari livelli, quello ambientale in primo luogo, ma anche quello economico e turistico. Ambientale per il bene della Laguna di Marano che rischia molto, in verità non solo per il depuratore; economico, per i pescatori che si vedono sempre più spesso bloccare l’attività da ordinanze sanitarie su mitili e molluschi; e infine sul turismo, con il rischio che l’immagine di “purezza” delle acque anche del litorale venga messo in discussione. Ora le fotografie sono del 2019, aprile 2019 e molti dubbi, perplessità, ed interrogativi ci sorgono spontanei. A nostro vedere non sono stati chiariti dal Gestore CAFC o dall’Arpa o dalla Regione, insomma da quanti dovrebbero garantire che l’ecosistema della laguna di Marano non venga messo in pericolo così come quello dell’Alto Adriatico che comprende in particolare la costa Lignanese.
Torniamo allora a fare delle domande che è il nostro compito di giornalisti: L’impianto di Lignano e stato completato e funziona in regime biologico come previsto dal recepimento delle Direttive Europee del lontano 1991 e quelle più recenti del 1999 e del 2006 in modo da garantire il livello di qualità delle acque previsto?
Gli investimenti dichiarati alla stampa dal Cafc, che ci risulta essere superiori finora a 6 milioni di euro, sono coerenti ad un piano approvato dalla Regione ed hanno visto la loro conclusione?
L’Arpa ha individuato la causa della presenta frequente di escherichia coli nei molluschi in laguna ed a mare in zona accessibile ai bagnanti?
L’ASL si è pronunziata in qualche modo?
Il Comune di Lignano, nel corso delle riunioni di cui si è avuta notizia di stampa è stato informato correttamente e ha avuto modo di comprendere cause e soluzioni dei problemi per assumere quindi il ruolo di tutela del proprio territorio che gli spetta per legge?
La task torce preannunziata dall’assessore regionale e gli studi del Cafc con l’Istituto di Oceanografia Sperimentale (Ogs) hanno preso corpo? O sono rimasti dei “desiderata”?
I controlli, dopo le contestazioni degli sforamenti tabellari al gestore, sono stati intensificati ed approfonditi? Fonti bene informate ci dicono che studi multidisciplinari approfonditi e documentazione sullo specifico sia già stata prodotta in tempi passati, validata e soprattutto esplicita nelle conclusioni non certo rassicuranti, se ne è tenuto conto per le dovute azioni conseguenti?
La conclusione è che l’impressione, nella migliore delle ipotesi, è che si sia pasticciato parecchio. Le informazione non sono state esaustive, sostituite da rassicurazioni bonarie, elenchi di buoni propositi e proclami vari. Insomma demagogia, mentre quando è in gioco salute pubblica e ambientale le certezze dovrebbero essere assolute, perchè i cittadini non sono dei bamboccioni ai quali raccontare favole, da intontire con dati nell’astruso linguaggio tecnico e neppure soggetti da rassicurare con pacche sulle spalle è un bel “fidatevi di noi”. Ormai ogni bonus di credibilità è stato giocato. Del resto non solo di Marano, Lignano e Grado, si parla, anche la ricognizione sugli scarichi nell’entroterra friulano di altri impianti di depurazione in provincia di Udine, (abbiamo pubblicato un servizioe alcuni giorni or sono) hanno confermato che di scarsamente limpido in Friuli non c’è solo l’acqua. Anche quegli allarmi hanno stimolato domande sulla sicurezza sanitaria e sulla tutela dell’ambiente alle quali le istituzioni dovrebbero dare risposte puntuali, comprensibili e davvero trasparenti.
Noi aspettiamo…