Energia: annunciato gruppo tecnico regionale per individuare aree idonee alle fonti rinnovabili, ma intanto i progetti in corso vanno avanti?

La Regione Friuli Venezia Giulia costituirà un gruppo tecnico interdirezionale per avviare gli approfondimenti necessari all’individuazione delle zone, sul territorio regionale, dove sarà possibile e dove invece non sarà consentito ubicare gli impianti di generazione elettrica da fonti energetiche rinnovabili (Fer). La notizia, messa così, è positiva anche se occorrerà capire meglio i criteri che verranno utilizzati perchè il rischio che vengano garantiti privilegi è alto, anche perchè non è chiaro, se verranno fermati alcuni contestati progetti in atto. In sostanza l’esecutivo ha dato mandato al direttore generale di nominare il gruppo di lavoro interdirezionale (nucleo tecnico) composto dai direttori di alcuni servizi in capo alle direzioni centrali Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibili che avrà anche il ruolo di coordinamento, Infrastrutture e territorio, risorse agroalimentari, forestali e ittiche con il compito di individuare appunto i siti idonei e non idonei all’installazione di parchi e impianti fotovoltaici a terra per la produzione di energia. Il nucleo tecnico, composto da parecchi soggetti,  nell’accompagnare il lavoro del gruppo nazionale incaricato di elaborare i criteri, fa sapere l’assessore del Friuli Venezia Giulia, avrà anche il compito di verificarne l’applicabilità e la congruità rispetto alle caratteristiche specifiche del Friuli Venezia Giulia. Così, a naso, i tempi dell’opera potrebbero essere molto liquidi.    Nel dettaglio, spiegano dalla Regione, la task force dovrà formulare una proposta di criteri per l’individuazione delle aree non idonee e idonee all’installazione di impianti Fer, articolata secondo le diverse tipologie delle strutture e dei caratteri distintivi e identitari del territorio, sulla base dei criteri nazionali. Proposta che supponiamo dovrà poi essere discussa ed approvata dai livelli politici e vine da chiedere se ne usciremo in tempo prima della prossima tornata elettorale regionale.  Una proposta flessibile, capace di adeguare le scelte localizzative per permettere il raggiungimento degli obiettivi regionali di produzione di energia da fonti rinnovabili che tenga però conto delle tutele da assicurare. Insomma tempi incerti e quella parola “flessibili” che lascia aperte perplessità, perchè, anche se la task force potrà avvalersi del supporto tecnico-scientifico di Arpa Friuli Venezia Giulia, dell’eventuale contributo di altre strutture regionali o di altri soggetti esterni quali, ad esempio, i concessionari dei servizi di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, il gestore dei servizi energetici (Gse) e la società di Ricerca dei servizi energetici, viene da chiedere chi controllerà i controllori e soprattutto capire cosa avverrà nelle more che il “tavolo” si concretizzi in proposte reali. Forse anche per questo al plauso si sono unite anche perplessità,  espresse da più parti e non solo perchè il rischio che questo tavolo diventi l’ennesima pastoia burocratica al servizio dei soliti noti è forte,  ma anche perchè potrebbe diventare solo una “molto futura” realtà operativa. «Bene ha fatto la Regione a istituire un gruppo tecnico interdirezionale, afferma Massimo Morettuzzo capogruppo di Patto per l’autonomia. Giusto, prosegue il consigliere, individuare le zone dove sarà possibile e dove invece non sarà consentito ubicare gli impianti di generazione elettrica da fonti energetiche rinnovabili, dando così seguito alla nostra mozione, approvata all’unanimità dall’Aula, che impegnava l’esecutivo regionale a definire le aree non idonee alla costruzione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili». «Auspichiamo che il gruppo inizi quanto prima il suo lavoro e che la Giunta Fedriga proceda anche a dare mandato alla Commissione paritetica affinché, con una norma di attuazione, venga attribuita alla Regione la competenza sulla pubblica utilità, come richiesto dalla medesima mozione, fondamentale per stabilire quali impianti possiedono tale requisito e, dunque, riuscire a declinare la disciplina di questa materia sulla base delle diverse necessità e delle peculiarità. Si tratta di una partita fondamentale per il futuro della nostra terra, che possiamo giocare soltanto se rivendichiamo e otteniamo gli strumenti di azione che ci concede la specialità regionale», ricorda Moretuzzo.
Da parte sua il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, chiede che la giunta mantenga l’impegno preso, entro il mese di settembre, di “approvare una moratoria sui parchi fotovoltaici a terra”. “In occasione dell’assestamento di bilancio, avevamo proposto la sospensione delle autorizzazioni prima delle definizioni delle aree idonee e non idonee – sottolinea Sergo -. Un emendamento che abbiamo accettato di stralciare davanti all’impegno di arrivare alla moratoria entro settembre. Questo non sarà possibile ma non aspetteremo oltre la metà di ottobre, altrimenti sapremo che non c’è volontà politica di farlo”. “Solo con la moratoria – conclude il capogruppo pentastellato – possiamo evitare che circa 700 ettari di terreno destinati all’agricoltura nella nostra regione vengano trasformati per sempre in beni che producono energia elettrica, aree che probabilmente fra pochi mesi verrebbero considerate non idonee”.