Esposto in Procura: fare chiarezza sui fatti avvenuti in medicina d’urgenza nel 2020
Ho presentato nei giorni scorsi un esposto alla Procura della Repubblica affinché venga fatta piena luce sui motivi che, nel luglio 2020, indussero il Direttore di ASUGI – Azienda sanitaria giuliano isontina – Dr. Poggiana, a denunciarmi per diffamazione aggravata e procurato allarme. Tali accuse sono state giudicate infondate dai magistrati che ne hanno disposto l’archiviazione, perché il reato non sussiste. Così in una nota il Consigliere Regionale FVG – Gruppo Misto Walter Zalukar. Nello specifico, spiega Zalukar, all’inizio della pandemia, era la primavera 2020, portai all’attenzione del pubblico (e del Consiglio regionale) i fatti avvenuti a Cattinara, in Medicina d’Urgenza, dove diversi malati e gran parte del personale furono colpiti dal virus. Nonostante l’evidenza dei contagi, per giorni si continuò a ricoverare nel reparto infetto, con pazienti e familiari ignari del focolaio, poiché nulla trapelò per diversi giorni fino alla chiusura del reparto. Alcuni dei pazienti che avevano contratto il virus in Medicina d’Urgenza sono poi deceduti, pur ignorandosi, se, ed in quanti e quali casi questo contagio abbia determinato la causa o concausa di morte. Secondo il direttore di ASUGI, avrei diffuso notizie false, ledendo così la reputazione dell’Azienda sanitaria e creato allarme presso la popolazione. Dopo mesi d’indagini i magistrati conclusero che i fatti da me indicati sono “sostanzialmente veritieri e i giudizi espressi appaiono funzionali all’esercizio del diritto di critica”. Come comprovato dalle testimonianze, dall’esame dei documenti che la stessa Azienda sanitaria aveva fornito agli inquirenti, nonché dagli accertamenti dei Carabinieri del NAS, che rilevarono, tra l’altro, come la Medicina d’Urgenza rimanesse, almeno a livello regionale, un caso unico nel panorama dei reparti ospedalieri, quanto a numero di operatori e degenti contemporaneamente contagiati. Ma perché e a quale scopo il Direttore dell’Azienda sanitaria mi ha accusato di reati inesistenti? Per cercare di rispondere bisogna andare indietro nel tempo, ben prima della pandemia, quando il servizio sanitario del FVG già mostrava delle crepe assai rilevanti. Le critiche, anche costruttive, o il dissenso espressi dal personale rispetto alle scelte dell’Amministrazione regionale e aziendale erano mal tollerati. Ci ricordiamo il licenziamento del medico che due anni fa a Sacile osò criticare pubblicamente la decisione di chiudere la RSA? E il trattamento riservato all’anestesista che osò contestare l’amministrazione sul numero di letti di Terapia intensiva? E si cercava anche di arginare le critiche espresse attraverso i mass-media e social-media. Esemplare a questo proposito la richiesta fatta nel 2019 dall’Assessore ai vertici dell’Azienda coordinamento salute di dotarsi di una “macchina da guerra” al fine di annientare tutti gli attacchi mediatici – così erano definite le cronache che evidenziavano i disservizi e ritardi del sistema di emergenza. Ebbene, ritengo che proprio in tale contesto si è sviluppata l’azione giudiziaria nei miei confronti, che credo sia stata un tentativo – non riuscito – di mettere a tacere, anche tramite un uso “disinvolto” della denuncia penale, le voci del dissenso. Non pare banale che il direttore Poggiana nello stesso periodo abbia sporto denuncia anche contro un Senatore della Repubblica, la dr.ssa Laura Stabile, colpevole – secondo il direttore di ASUGI – di aver sensibilizzato l’opinione pubblica sulle carenze di protezione anticovid per i medici e gli infermieri degli ospedali triestini. Anche in questo caso l’Autorità giudiziaria ha archiviato la denuncia perché il fatto non sussiste. La mia iniziativa giudiziaria non vuole essere una denuncia ad personam, ma un esposto per chiedere ai magistrati di indagare su tutti i soggetti che, direttamente o quali meri concorrenti, abbiano concorso nel reato, attribuendoci reati inesistenti. Ad ogni buon conto, pare chiaro che si sta diffondendo un clima sempre più pericoloso e intimidatorio nel sistema sanitario di questa regione, dove le cose di sanità sembrano non essere più patrimonio dei cittadini. Ecco perché ho ritenuto doveroso che ogni valutazione di merito fosse rimessa al magistrato.