Fedriga rivendica ruoli internazionali e si sente il macchinista della locomotiva Italia
A sentire le dichiarazioni di ieri del presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga sembra proprio che il risultato elettorale del mese scorso gli abbia dato alla testa. Forse sono gli echi dell’incoronazione di Re Carlo III d’Inghilterra o più probabilmente pregusta già le possibilità di comando che gli potrà fornire l’Autonomia differenziata in salsa leghista, che per inciso non è vero non avrà avere effetti sul Fvg. Le dichiarazioni su Pil e Nato lasciano basiti anche se, come era da aspettarsi, nessuno, dalle opposizioni e men che meno dai media, si è premurato di commentare. Facciamolo noi, e partiamo dalla “vocazione” internazionale con il mitico Fedriga che già evidentemente pregusta l’idea di agitare un piccolo scettro targato “io sono “il” Fvg”. Così dichiara: “Il Friuli Venezia Giulia è un territorio che ha, da sempre, una funzione baricentrica e una naturale vocazione nello scacchiere internazionale con particolare riferimento all’area orientale e balcanica”. Insomma meriti geografici più che politici ma ricordati con enfasi dal “Governatore ” al termine della visita al quartier generale e al Comando supremo delle Forze Alleate della Nato a Bruxelles e a Mons. “L’occasione, si spiega nella nota dell’agenzia di stampa della regione ARC di cui è editore lo stesso Fedriga, è servita per mettere a fuoco, durante gli incontri organizzati dall’Ambasciata degli Stati Uniti con i vertici e i più alti funzionari dell’Alleanza Atlantica, alcuni temi di stretta attualità che in qualche modo hanno anche riflessi sul Friuli Venezia Giulia quali ad esempio la politica internazionale, la guerra in Ucraina e gli elevati ed incontrollati flussi migratori”. Ma non pago della rivendicazione atlantica Fedriga si è lanciato in una seconda impegnativa dichiarazione, questa volta di natura economica: “Siamo la locomotiva d’Italia” ha affermato dimenticando che magari prima delle locomotive sarebbe il caso di avere dei collegamenti ferroviari adeguati. “Il Friuli Venezia Giulia è diventata una locomotiva dell’economia nazionale: ha spiegato facendo riferimento a delle proiezioni della Cgia di Mestre che indicano la nostra regione al primo posto nella classifica della crescita del Pil in Italia per il 2023, sono la conferma di un ruolo trainante”. Dimentica Fedriga che magari quel Pil è “caricato” al Fvg dalla presenza di Fincantieri e delle sue attività navali e belliche, situazione anche quella sostanzialmente geografica. “Il percorso avviato in questi anni – ha poi aggiunto Fedriga – non solo colloca il Friuli Venezia Giulia al vertice di una graduatoria di redditività e quindi di lavoro e di occupazione, ma comprova la solidità di un’economia testata da fasi di difficoltà internazionali senza precedenti legate prima alla pandemia poi alla guerra. Lavoriamo in questo secondo mandato di legislatura regionale sul solco tracciato nel quinquennio precedente perché questa centralità del Friuli Venezia Giulia si rafforzi e diventi sempre più non solo di numeri assoluti ma di filiera entro il contesto industriale e finanziario nazionale, sfruttando le leve strategiche che abbiamo individuato nella logistica, nella ricerca e nell’attrazione di investimenti”. Bene, ovviamente le statistiche hanno il valore che hanno, lo sanno bene i lavoratori della Wärtsilä e quelli della sanità, mentre se l’attrazione sbandierata è quella relativa alla contestata acciaieria a san Giorgio di Nogaro, sono in molti ad avere dubbi che l’affare non lo farebbe certo il territorio. In attesa che dopo l’auto-nomina a Governatore arrivi quella a monarca ci uniamo al coro “Viva re Massimiliano I°”.