“Fermare la strage, subito!” in coincidenza con la manifestazione nazionale a Cutro a Trieste al Molo Audace momento di riflessione e raccoglimento per le vittime
Il Comitato Pace Convivenza Solidarietà “Danilo Dolci” di TS, Rete DASI (Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale) FVG, Centro di Accoglienza “Ernesto Balducci” di Zugliano – UD e
ICS (Consorzio Italiano Solidarietà) di TS invitano, con la parola d’ordine “Fermare la strage, subito!”, in coincidenza con la manifestazione nazionale a Cutro a Trieste al Molo Audace ad un momento di riflessione e raccoglimento per le vittime del naufragio in terra di Calabria. Con una stoffa bianca al braccio, alle ore 16.00, in coincidenza con la manifestazione nazionale a Cutro, si legge in una nota, invitiamo a Trieste all’inizio del Molo Audace per un momento di riflessione e raccoglimento per le tante vittime del recente naufragio e delle varie rotte a cui noi condanniamo i migranti senza garantire ingressi legali. Metteremo poi in mare un mazzo di fiori con la stessa scritta delle donne calabri “Perdonateci”. Poi alle ore 17.00 sul Ponte Rosso, dove ogni giorno porteremo dei fiori sulle ringhiere in segno di lutto perché nessuno dimentichi: custode di quel ponte è James Joyce anche lui straniero a Trieste. A Cutro, in Calabria, oltre 70 morti (tanti bambini e ancora tanti dispersi) ci hanno dolorosamente fatto riscoprire di esser… “rimaste/i umani”. “Se la nostra spiaggia di Steccato non ha accolto i vostri figli per la vita, ma per la morte perdonateci. Donne e madri di Steccato di Cutro (KE)”: così il cartello all’ingresso del palazzetto dello sport con le bare, intriso di dolore e di solidarietà fraterna, che è stato vergato da mani popolari. Sono parole che ci mettono di fronte alle nostre responsabilità nel mancato salvataggio. C’è un Paese che ha subito per quasi 50 anni occupazioni, invasioni, guerre, distruzioni, attentati: l’ Afghanistan. Anche noi abbiamo mandato lì il nostro esercito per “portare pace e democrazia”. Poi un bel giorno, assieme agli americani, siamo “scappati” lasciando la popolazione in mano ai talebani. Anche la “Rotta Balcanica” è percorsa da persone afghane, siriane e di altre nazionalità che per mesi e anni, con tante perizie e violenze fisiche, oltrepassano i confini e arrivano a Trieste, Gorizia, Udine. Come le accogliamo per consentire loro una vita migliore, garantendo il diritto costituzionale e quello internazionale all’asilo?