Flex: Rojc (Pd), a Trieste resta profonda incertezza: “Scenario frenata in tutto Friuli Venezia Giulia”
“Restano aperte questioni pesanti da sostenere da parte di chi si trova in una incertezza profonda e molto grave, in particolare per gli interinali lasciati a casa, per cui si chiedeva di portare a 13 le mensilità della cosiddetta sopravvivenza. Il problema centrale resta la delocalizzazione, con la produzione che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina non è tornata a Trieste ma è stata spostata in Romania dove sono state trasferite le attività dello stabilimento ucraino chiuso per la guerra”. Lo ha detto oggi nell’aula di Palazzo Madama la senatrice Tatjana Rojc (Pd), replicando la sottosegretaria Fausta Bergamotto, che ha risposto a una sua sulle decisioni ufficiali assunte dalla Flextronics in merito a 72 lavoratori con contratto staff leasing dello stabilimento di Trieste. “Trieste sta vivendo un momento difficile con crisi industriali che – ha spiegato la senatrice – mettono a rischio parecchie centinaia di posti di lavoro, oltre alle migliaia di disoccupati che già ci sono. Wärtsilä, Flex, Burgo, Sertubi, ex Principe, Colombin, Tirso, indicano crisi in atto, stagnanti o che già hanno esaurito con la chiusura la loro parabola. Il momento magico che si dice stia vivendo Trieste riguarda il porto e il turismo ma – ha puntualizzato Rojc – la manifattura vale ormai soltanto l’8% dell’intero Pil provinciale”. La senatrice ha infine indicato “lo scenario di frenata che si profila in tutto il Friuli Venezia Giulia, in particolare nella metalmeccanica e l’area di Pordenone, dove è di questi giorni l’annuncio di taglio di posti di lavoro alla Electrolux”.