Fontanini esce dal lungo torpore e si accorge che la sanità è allo sbando, colpa di chi c’era prima, ovviamente

Si è sentito punto sul vivo il sindaco di Udine Pietro Fontanini dopo che l’esponente Pd Salvatore  Spitaleri, ieri, aveva evidenziato l’assordante silenzio del primo cittadino in merito alla situazione dell’ospedale di Udine ed in generale della sanità regionale, dando una spiegazione piccata: “pur di non disturbare il manovratore Fedriga perché lo ricandidi, Fontanini zitto e muto e tanti saluti al Friuli”. L’affondo ha avuto l’effetto di un elettrochoc e così,  uscendo dal torpore che lo ha contraddistinto negli ultimi mesi, oseremmo dire anni, scomparso dai radar mentre la città era in lockdown, Fontanini ha gonfiato il petto e scaldato i muscoli attaccando perfino l’Università di Udine rea di aver “sbagliato la pianificazione del personale sanitario”. Poi l’affondo alla “sinistra”: “in queste ultime settimane  la sinistra parla spesso dei problemi della sanità regionale e udinese. Peccato che quando alla guida della Regione c’era l’onorevole Serracchiani – che non ha certamente brillato per scelte lungimiranti – non abbiamo potuto né leggere né ascoltare un allarmismo così solerte”. In sostanza Fontanini sembra essersi svegliato oggi dimenticando che dal 2018 a capo della Regione c’è il suo compagno di partito il leghista Massimiliano Fedriga e che alla gestione della sanità c’è l’assessore Riccardo Riccardi di Forza Italia, ma soprattutto che è proprio nell’ultimo triennio che la situazione della sanità regionale e dell’ospedale Santa Maria della Misericordia è precipitata. Certo Serracchiani di errori ne ha commessi, seguendo le indicazioni “programmatiche” del suo allora segretario di Partito Matteo Renzi, ma la giunta Fedriga poco o nulla a fatto di concreto per risolvere i problemi, ora attribuendo le responsabilità a chi c’era prima, ora algoverno nazionale, ora al ministro della salute, ora al destino cinico e baro che avrebbe messo il Covid sulla strada di questa giunta. Covid però abbondantemente utilizzato per, scusate il francesismo, pararsi il culo. Ma se la linea giustificatrice di Riccardi e Fedriga almeno era “varia”, la strada scelta da Fontanini è quella della prima ora, come se i tre anni di centrodestra in regione e a Udine non ci fossero stati. Come fossimo all’insediamento della sciagurata stagione del centrodestra. I tempi di reazione di Fontanini, per paragonarli ad un motore, non sono quelli di un benzina e neppure quelli di un diesel, ci ricordano i vecchi e sbuffanti trattori “testa calda” la cui combustione era innescata dalle alte temperature… come in questi giorni. Ma poi quasi ad ammettere il lungo periodo di dormìa Fontanini, sulle problematiche relative alla carenza di personale in sanità e alle ragioni che l’hanno determinata ammette: “Io, sia come parlamentare che come presidente della Provincia, ho sempre denunciato la miopia di queste scelte. L’ho fatto anche in campagna elettorale, come candidato sindaco. Ho denunciato più volte i numeri del tutto insufficienti per le facoltà sanitarie dell’Università di Udine”. Ecco, per sua stessa ammissione,  la sua attività si è fermata alla campagna elettorale del 2018. A questo punto c’è da sperare torni a dormire.

Sanità: Spitaleri (Pd), ospedale di Udine cede ma sindaco muto