Friuli Doc successo per le novità di questa edizione, più cultura, sport e musica. La strada intrapresa sembra quella giusta
Ovviamente chiedere agli organizzatori di un evento se questo è stato un successo è come chiedere all’oste se il vino è buono, così pur prendendo atto delle dichiarazioni entusiaste del vicensindaco di Udine Venanzi sulll’edizione di Friuli Doc appena conclusa è meglio sentire l’umore diffuso da chi FriuliDoc l’ha vissuto. Bene, a parte le problematiche climatiche iniziali, il bilancio è certamente positivo, pur all’interno delle dinamiche di una manifestazione che resta prevalentemente, ma ora non solo, una grande sagra. Bene certamente per gli operatori che hanno avuto certamente la possibilità di fare cassa, anche se qualche polemica inevitabile sui costi c’è stata. Insomma bisogna dare atto che se l’obiettivo era attrarre migliaia di persone ad una logica popolare di divertimento e spensieratezza, l’obiettivo è stato raggiunto, così come è stato raggiunto quello di offrire agli operatori della ristorazione una occasione gustosa di fare allargare ad un mercato più vasto la propria offerta. Nulla di diverso dal passato? Non proprio, bisogna dare atto al Comune di Udine del tentativo di nobilitare la kermesse enogastronomica inserendo un ampio ventaglio di iniziative oltre il “magnar e bevi”, del resto il divertimento deve far parte della vita delle persone e da questo punto di vista certamente Friuli Doc funziona oggi come in passato. Così non possiamo che concordare con la dichiarazione a caldo del vicesindaco e assessore ai Grandi Eventi, Alessandro Venanzi: «La prima impressione che abbiamo avuto, ha spiegato Venanzi, è che questa edizione sia stata un grande successo in termini di presenze, ma anche per gli apprezzamenti ricevuti dal pubblico e dagli operatori rispetto alle tante novità che abbiamo voluto. Penso al Villaggio dei bambini in via Cavour, sempre letteralmente preso d’assalto, così come le tante degustazioni andate sold out, il ritorno del Giardino del Torso con la prima volta di Confagricoltura, l’ampia offerta musicale dislocata su 7 palcoscenici e con la presenza di molti giovani gruppi del territorio, ma anche il Villaggio dello Sport in piazza Primo Maggio sempre animata da tanti bambini e bambine alle prese con tanti sport diversi. Certo – conclude il vicesindaco – il tempo alla fine è stato dalla nostra e ha favorito un grande afflusso di pubblico, ma sono convinto che anche l’aver saputo abbinare tante proposte enogastronomiche e altrettanti eventi di intrattenimento, cultura e molto altro ancora sia stata una formula vincente che ha accontentato tutti». Detto questo però c’è da ritenere che alla manifestazione andrebbero apportate correzioni per un ulteriore allargamento dell’offerta culturale, ma è innegabile che una discontinuità dal recente passato vi sia stata, come dimostrato dal successo degli incontri culturali in piazza Primo Maggio organizzati all’interno dello stand di Promoturismo, eventi dedicati alla storia e alle peculiarità della Regione.
Vale la pena ricordare gli incontri moderati dalla giornalista Elena Commessatti, da quelli di venerdì dedicato al Far East Film Festival, al Paff! di Pordenone e poi alla stella perfetta, quella di Palmanova. Ma gli incontri sono stati molti e hanno riguardato anche Aquileia, Pordenone e Trieste – con i teatri Verdi e Rossetti – nella giornata di sabato, mentre domenica è stata la volta dell’imminente appuntamento del 2025, nell’incontro “Il museo del lasciapassare Prepustnica”, cercando di allargare la visione ben oltre i confini della città e del suo hinterland. Forse, ma è comprensibile sia complicato farlo all’inteno di una kermesse che punta prevalentemente al divertimento e alla spensieratezza, ci poteva stare l’allargamento delle tematiche alla situazione geopolitica, alle tragedie in atto non lontano dai nostri confini, approfittando delal grande affluenza di pubblico per dare una visione più reale delle sfide che ci attendono, ma ci potranno essere, speriamo, altre occasioni.