«Fuga dalla sanità, la Regione batta un colpo». La Fp-Cgil: «Fermare l’esodo di professionisti e operatori. Servono incentivi, non solo economici»
«Fermare la fuga di risorse finanziarie e umane verso la sanità privata, salvando l’eccellenza e l’universalità del servizio pubblico». A lanciare l’appello, l’ennesimo, è la Funzione pubblica Cgil del Friuli Venezia Giulia, con la segretaria generale Orietta Olivo e con Calogero Anzallo, segretario della Fp Cgil medici, con l’obiettivo puntato su due appuntamenti: non solo la manifestazione nazionale sulla sanità in programma a Roma il 24 giugno, indetta dalla sola Cgil, ma anche il flashmob regionale che l’intersindacale dei professionisti medici organizzerà a Udine mercoledì 15 giugno.
Dietro alla mobilitazione regionale l’aggravarsi delle carenze, «non solo di medici, ma anche di tecnici, psicologi, infermieri, operatori», negli ospedali e nelle strutture del servizio sanitario pubblico». Una fuga che non accenna a diminuire e che può essere rallentata e fermata, secondo la Cgil, anche con strategie a impatto immediato, intervenendo in primis nelle aree di maggiore criticità, come i pronto soccorso. «Bisogna incentivare medici e professionisti – sostengono Olivo e Anzallo – in primis sotto il profilo economico. L’alternativa è quella di continuare ad assistere alla fuga verso il privato o verso l’estero, molto più attrattivo per i neolaureati sia dal punto di vista degli stipendi, sia sotto il profilo professionale. Con il risultato che investiamo tanto per formarli, ma non riusciamo a trattenerli». Da qui la richiesta di nuove forme di incentivazione, anche di carattere regionale, «capaci di arginare la fuga e di rendere più attrattiva la sanità pubblica». Un’esigenza che non riguarda soltanto gli ospedali, ma anche la medicina di prossimità e la rete della prevenzione: «Inutile investire in muri e tecnologie – sostengono ancora i due sindacalisti Fp – se non avremo risorse umane adeguate negli ospedali e nei servizi territoriali».
Respinto al mittente l’alibi accampato dalla Giunta regionale, che ha sottolineato a più riprese e anche nei giorni scorsi, con il presidente Fedriga e l’assessore Riccardi, come la percentuale di spesa sanitaria destinata al privato, in Fvg, si attesi a un livello (l’8,9%) sensibilmente inferiore alla media nazionale: «L’obiettivo perseguito – sostengono Olivo e Anzallo – è quello di aumentare progressivamente quella quota. Ma più privato non si traduce in risparmi di spesa, né in una maggiore efficienza, come la pandemia ha chiaramente dimostrato».
Questi i temi al centro di un incontro in programma questo pomeriggio, a partire dalle 14.30, nella sala riunioni della Cgil di Udine, in viale Bassi 36. Tra i partecipanti il segretario nazionale della Fp Cgil Medici Andrea Filippi, che insiste sulla necessità di investire sulle criticità con misure strutturali e con un cambio di paradigma. «Bisogna costruire – spiega – un modello che promuova la salute prima della cura, ricomporre la rete dei servizi sociosanitari per non lasciare soli i professionisti, che vanno invece sostenuti e valorizzati, frenando la fuga dai servizi pubblici e l’aggravarsi del fenomeno dei “gettonisti”, voluto prima di tutto da Regioni ed Aziende sanitarie. Per invertire la tendenza – conclude Filippi – dobbiamo costruire un’alleanza tra tutti gli operatori e con le persone, promuovendo una mobilitazione generale in difesa del servizio sanitario pubblico, universale, equo e solidale».