Gentili Sindaci e Sindache, abbracciate la causa referendaria

È in corso un attacco smisurato al nostro ordinamento repubblicano, attacco che ha preso la forma della Legge 86/2024 o Legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Questo provvedimento colpisce al cuore sia le persone, i cui diritti verranno resi profondamente precari, sia chi le rappresenta, le figure elette al Parlamento della Repubblica, totalmente private della facoltà di far sentire la propria voce. Si vuole un Paese spaccato, diviso: il “divide et impera” sta per renderci tutti e tutte più fragili, in balia del mercato e delle privatizzazioni che si diffonderanno a cascata in ogni ambito e direzione. Questa Legge, approvata nel recente giugno senza ascoltare né le opposizioni parlamentari né tantomeno le voci contrarie emerse in quasi tutte le audizioni parlamentari, ha la capacità di colpire a fondo anche la possibilità dei Comuni di amministrare realmente: essi, già depauperati, dovranno sottostare agli umori del potere politico alla guida della Regione per poter avere i denari necessari per le funzioni di loro competenza. Si sta colpendo l’economia dell’intera Repubblica, regioni ricche come regioni povere, impoverendo lo Stato stesso sia in finanze disponibili sia in autorevolezza nei consessi internazionali. Lo Stato garante, soggetto alto di equità, viene dipinto dai fautori della legge in questione come il nemico pubblico numero uno, la Roma ladrona di vecchia memoria. Affiancate a questo provvedimento, le altre due riforme istituzionali, il “premierato” e la riforma della giustizia.
Dall’ultima decade di luglio si stanno raccogliendo le firme per indire un referendum popolare che abroghi l’intera Legge 86, dichiarata pessima ed inemendabile dalla quasi totalità dei Partiti di opposizione. Le firme online procedono a ritmi straordinari (circa 430mila firme nel momento in cui stiamo scrivendo) ma è molto ma molto più significativa la raccolta nelle piazze, che vede impegnati in tutta Italia i soggetti che hanno presentato il 5 luglio il quesito referendario. È una mobilitazione esponenziale di persone che spiegano, informano, discutono, escono come funghi con i loro banchetti, fanno ed esercitano democrazia effettiva – cose che stanno spaventando i fautori della legge 86, consapevoli di perdere una parte del proprio elettorato. I mercati sono presidiati nelle città come nei piccoli paesi, nelle spiagge e nelle località turistiche montane, al Sud come al Nord. Le iniziative, conferenze, convegni, si diffondono. Mancate soltanto Voi Sindaci e Sindache: è perciò che Vi rivolgiamo questo appello. Ogni anno è puntuale la Vostra presenza alle manifestazioni del 25 aprile, alle commemorazioni partigiane, nei luoghi sacri dove si difende la Costituzione del ‘48 nata dalla Resistenza. È proprio la Costituzione ad essere ora sotto attacco, in un modo che mai è stato dalla Sua nascita e, con lei, i nostri diritti fondamentali, le nostre libertà, la democrazia e quella grande idea che si chiama solidarietà, capace di renderci tutti e tutte uguali nella libertà di essere ciò che desideriamo.
Da molto tempo i Comitati per il ritiro di qualunque autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti stanno tessendo una rete sempre più ampia e diffusa nel Paese, della quale fanno parte Sindacati, Partiti, diverse associazioni, uomini e donne delle Istituzioni, Costituzionalisti/e: hanno inviato ripetutamente appelli ai Sindaci e alle Sindache di tutti i Comuni d’Italia affinchè esplicitino una presa di posizione, informino i loro cittadini e le cittadine della spada di Damocle che pende, sempre più vicina, sulla loro testa, organizzino momenti di formazione e discussione, propongano nei propri Consigli Comunali una mozione che prenda una distanza netta dall’autonomia differenziata. Pochi Comuni del Nord l’hanno fatto (tra questi, il Comune di Bologna), a differenza di quelli del Sud: ancora si pensa che l’autonomia differenziata sia una questione del Sud. Non è così.
Qui, in Friuli Venezia Giulia, regione totalmente coinvolta nel processo innescato dalla Legge 86, Sindaci o Sindache che si siano espressi a rivelarne guasti e pericoli si contano sulle dita di mezza mano. Sappiamo quanto sia gravoso il compito che si è caricato addosso in prima persona chi amministra: non è leggera la fascia tricolore, e non lo è mostrare il proprio volto a simbolo di una amministrazione virtuosa. Oggi Vi rivolgiamo un appello accorato: scendete nelle piazze dove si raccolgono le firme. Scendete assieme a noi cittadini e cittadine che vi abbiamo eletti. I fautori di questa legge vergogna hanno attaccato direttamente le nostre vite approvandola, ed ora stanno contrattaccando alla vista della forte ed immediata risposta referendaria. Hanno visto con paura la convinzione e la potenza delle nostre argomentazioni, frutto di studio approfondito di un dispositivo complesso le cui conseguenze loro continuano a tenerci nascoste: hanno sguainato l’arma tipica dei perdenti, quella della denigrazione, della menzogna. L’imbroglio è in realtà esclusivamente di loro appannaggio: abbiamo bisogno che anche Voi veniate a spiegarlo. Grazie

Dianella Pez del Comitato FVG per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti