Giornata contro desertificazione e siccità, Confagricoltura: raccolti a rischio con degrado del suolo. Prioritario mettere in sicurezza terreni e produzioni

Domani, 17 giugno, è la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite, dedicata quest’anno alla trasformazione dei terreni degradati in terreni sani. Entro il 2050, la combinazione del degrado del suolo, l’erosione e i cambiamenti climatici rischiano di ridurre i raccolti globali in media del 10 per cento, e fino al 50 per cento in alcune regioni, se non si interverrà con determinazione. A fronte di tali problematiche – afferma Confagricoltura – occorre avere la consapevolezza che gli agricoltori sono i principali protagonisti per salvaguardare un suolo produttivo e in salute. Con il 21 per cento della superficie a rischio, l’Italia è lo Stato che in Europa risente di più dei cambiamenti climatici.
Fondamentale è, in particolare, il ruolo dell’agricoltura nel contrasto alla crisi idrica, che colpisce da oltre un decennio l’Italia come il resto d’Europa. Fenomeni atmosferici estremi, accompagnati da una scarsa manutenzione del patrimonio ambientale – afferma Confagricoltura – stanno alimentando una vera e propria desertificazione di sempre più ampi pezzi di territorio. Tutelare le risorse idriche vuol dire prendersi cura della qualità del terreno.
Per questo la Confederazione sollecita la politica per una progettualità complessiva, dedicata alla gestione dell’acqua e del suolo, anche attraverso il riutilizzo delle acque reflue, di cui Arera stima in Italia un riutilizzo del 4 per cento a fronte di un potenziale del 20 per cento.
Nella rigenerazione dei terreni occorre sviluppare le sinergie utili a riportare la sostanza organica nel suolo, dando seguito ai principi della bioeconomia circolare per riutilizzare il più possibile i materiali utili all’agricoltura, a partire dai fertilizzanti organici.
Occorre – conclude Confagricoltura – prendere consapevolezza dell’importanza di incidere sulla capacità di immagazzinamento delle risorse idriche, ma anche sulla riduzione dei consumi e, soprattutto, sulle perdite nella rete nazionale. Al tempo stesso l’agricoltura è sempre più impegnata in coltivazioni e produzioni di qualità con un utilizzo oculato di acqua ed energia, in grado anche di offrire rese stabili in condizioni climatiche sempre più mutevoli.