Giornata della legalità di Confcommercio: secondo un imprenditore su tre il Nord Est è esposto alla criminalità
Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276 mila posti di lavoro regolari, in leggera crescita rispetto all’anno precedente. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 10,3 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,4 miliardi, la contraffazione per 5,1 miliardi, il taccheggio per 5,4 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 7,1 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,9 miliardi.
Sono le stime dell’Ufficio studi di Confcommercio nazionale diffuse oggi in occasione della dodicesima edizione della Giornata “Legalità, ci piace”, un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. Un appuntamento annuale dell’intero sistema confederale contro ogni forma di illegalità per promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo.
«Si tratta di un appuntamento che promuove la cultura del rispetto delle regole sul mercato – commenta il presidente di Confcommercio del Friuli Venezia Giulia Gianluca Madriz assieme ai colleghi di Pordenone Fabio Pillon, di Trieste Antonio Paoletti e di Udine Giovanni Da Pozzo –. Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione alterano la concorrenza, comportando la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Di qui il nostro perseguire due obiettivi strategici attraverso la collaborazione con istituzioni e forze dell’ordine: prevenire e contrastare i fattori legati alla criminalità che incidono sulla competitività delle imprese e rafforzare, diffondere e approfondire la cultura della legalità».
Nel focus di quest’anno sul Nord Est emerge che:
Livelli di sicurezza. Il 31,1% delle imprese del terziario di mercato del Nord Est percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, percentuale di poco superiore al dato nazionale (30%).
Andamento crimini. I furti, atti di vandalismo e spaccate, aggressioni e violenze sono i fenomeni criminali percepiti in maggior aumento dalle imprese del terziario di mercato del Nord Est. La percentuale dei furti (31,5%) è superiore al valore nazionale (28,0%).
Esposizione alla criminalità. Il 31,5% degli imprenditori del Nord Est teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali quali furti, rapine, atti vandalici, aggressioni. Il dato è in linea con quello nazionale pari al 31,3%. I furti sono il crimine che preoccupa maggiormente gli imprenditori del terziario sul piano della sicurezza della propria impresa/della propria persona/dei collaboratori (38,3%). Il dato è superiore al valore Italia (33,2%).
Baby gang e mala movida. Il 26,2% degli imprenditori dichiara di aver riscontrato episodi criminali legati alla presenza delle “baby gang” nella zona di operatività dell’impresa (la percentuale è superiore al dato nazionale pari al 21,3%) e di questi ben oltre la metà (il 60%) è preoccupato per la propria attività. Il 35,2% degli imprenditori teme il fenomeno della “mala movida” (dato più elevato rispetto a quello nazionale pari al 30,2%), soprattutto per atti di vandalismo e danneggiamenti alle strutture (46,8%) e per il degrado urbano (42,5%).
Episodi di usura e racket. Il 29,7% degli imprenditori dichiara di essere «molto preoccupato» per il rischio di usura e racket, valore superiore al dato nazionale pari al 25,8%. Di fronte a questi fenomeni, Il 66,1% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia (percentuale l superiore a quella nazionale pari al 63,1%).
Abusivismo e contraffazione. Il 59,2% delle imprese del terziario del Nord Est ritiene di essere penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione. Il dato è leggermente inferiore a quello nazionale pari al 60,1%.
Misure di protezione. L’81,9% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. Valore leggermente inferiore al dato nazionale (82,9%).